Ebbe compassione

Meditazione quotidiana sulla parola di Dio — Lc 6, 36.38

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Lettura:

Nella prima lettura, Dio si impegna ad essere con Giosuè come era stato con Mosè. Nel Vangelo, Pietro pone a Gesù una domanda riguardante, anche questa volta, la relazione con chi commette una colpa contro di noi: quante volte bisogna offrirgli il perdono? Un interrogativo che rivela il desiderio di porre un limite al perdono per evitare che il peccatore, davanti alla possibilità di un perdono illimitato, perseveri nel suo comportamento.

Meditazione

Gesù sottolinea la necessità di perdonare settanta volte sette: dal momento che, nella Bibbia, il numero sette indica la pienezza, il sette moltiplicato per dieci e per se stesso indica il massimo della perfezione, la totalità. Gesù, dunque, chiede di perdonare sempre il fratello e, per spiegare il perché di questa richiesta, presenta una parabola. Davanti alla supplica del primo servo, che non è in grado di restituire i diecimila talenti, il re prova compassione e gli condona tutto il debito. All’origine del perdono, dunque, c’è la capacità di provare compassione per chi ce lo chiede. Nella Bibbia, il termine “compassione” rimanda alle “viscere, al grembo materno”, che sono la sede dei sentimenti: provare compassione, dunque, significa lasciarsi toccare dalla situazione dell’altro al punto da sentire le proprie viscere vibrare in empatia con l’altro, provando un sentimento che va dalla tenerezza, alla pietà e alla commozione. La seconda parte del racconto riguarda il rapporto tra il servo, che ha ricevuto il condono dal padrone, e un altro servo che ha un debito con lui. Davanti alla supplica del debitore, che ricorda la situazione davanti al re, il servo condonato non vuole avere pazienza e lo fa gettare in prigione. Visto questo, altri servi vanno dal re e lo avvisano dell’accaduto e, a questo punto, il re revoca il condono del debito che aveva concesso dicendo: «Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, come io ho avuto pietà di te?». A questo punto, si comprende perché Gesù insiste sulla necessità di perdonare sempre. Dio ci perdona, perché ha compassione di noi ogni qual volta lo invochiamo, ma il “dono” del perdono va accolto. Perdonando di cuore il fratello testimonio di aver accolto il perdono gratuito di Dio e di essermi lasciato plasmare da esso.

Preghiera:

«Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore» (Sal 103,8): ripetendo le parole del salmo faccio memoria del volto di Dio e chiedo in dono un cuore sempre più simile al suo.

Agire:

Facendo memoria del perdono ricevuto dal Signore, proverò a perdonare chi mi ha fatto del male.

 

Meditazione del giorno a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
 
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ZENIT Staff

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