Va’ e ammoniscilo

Meditazione quotidiana sulla parola di Dio — Mt 18, 15-20

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Lettura

Nella prima lettura, è raccontata la morte di Mosè, di colui che aveva con il Signore un rapporto “faccia a faccia”. Nel Vangelo, invece, Gesù propone un cammino per guadagnare il fratello che ha commesso una colpa contro di noi.

Meditazione

Gesù utilizza il termine “fratello” per indicare la relazione tra i credenti. In Mt 12,46-50, Gesù rivela che c’è un nuovo modo per costruire legami familiari affermando: «chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». Quindi, è questo particolare legame con lui che crea un rapporto di fraternità tra i credenti. È proprio alla luce del desiderio di fare la volontà del Padre che va compreso l’agire nei confronti del fratello che commette una colpa contro di noi: lo scopo non è ottenere giustizia, ma, condividendo il desiderio del Padre che nessuno dei piccoli si perda (Mt 18,14), di guadagnare il fratello. Gesù propone un cammino in cui l’azione principale è “ammonire, rimproverare”: in questo modo, si permette alla rabbia, che alberga in chi ha subito l’ingiustizia, di esprimersi, impedendogli di prendere stabile dimora nel cuore (Lv 19,17-18). Il fratello che viene ammonito, però, è libero di non ascoltare. Se questo avviene “sia per te come il pagano e il pubblicano”. Alle nostre orecchie, queste parole rischiano di risuonare come una scomunica, come un invito a trattare il fratello che non ha ascoltato come un estraneo. Ma, se guardiamo al modo in cui Gesù si relaziona con pubblicani e pagani, ci rendiamo conto che la nostra pre-comprensione è sbagliata. Proprio nel Vangelo di Matteo, il pubblicano chiamato da Gesù è identificato con Matteo, uno dei Dodici: l’essere pubblicano non è, dunque, qualcosa che impedisce la sequela (Mt 9,10-13). Sempre nel primo Vangelo, Gesù presenta un centurione (8,10) e una donna cananea (15,28) come modelli di fede per i discepoli. Dunque, la richiesta di trattare il fratello che non ha ascoltato come un pubblicano o un pagano si trasforma in un invito ad agire nei loro confronti come ha operato Gesù.

Preghiera:

«Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» (Mt 5,44): chiedo al Signore la grazia di non chiudermi davanti a coloro che mi hanno fatto del male.

Agire:

Pregherò per coloro che mi hanno fatto del male.

Meditazione del giorno a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
 
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ZENIT Staff

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