Emozioni fra la memoria e il futuro: la poesia di Marco Righetti

Un autore della nuova generazione che coniuga con naturalezza alta letteratura e strumenti di diffusione in rete

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Fra le personalità poetiche che, nell’ultimo decennio, hanno conquistato una meritata visibilità sul piano nazionale, possiamo senz’altro citare Marco Righetti, autore poliedrico che ha collezionato un significativo numero di premi letterari (ben sedici nell’ultimo anno, fra poesia e narrativa inedite), che denotano un crescente consenso nei confronti della sua produzione.

Righetti – che risiede a Parma e lavora in un ente pubblico, avendo alle spalle un passato come avvocato penalista – è un autore “colto”, con una sicura padronanza dei mezzi stilistici, maturata attraverso un approfondito percorso esistenziale ed artistico. Come si evince, del resto, dalla sua attitudine a scavare nelle pieghe della natura umana, portando alla luce fragilità e contraddizioni, ma senza mai scadere nella banalità voyeuristica di tanta letteratura attuale.

Costituisce un esempio di tale attitudine il suo ultimo romanzo, La vita è molto più (2013, Leone Editore), una meditata e sofferta narrazione sul tema dell’autismo, svolta in termini di rappresentazione simbolica della generale incomunicabilità del nostro tempo (come ha intuito il critico e poeta Plinio Perilli, che da anni segue Righetti con professionale e scrupolosa attenzione).

Una dimensione che Righetti traduce con pari efficacia nel linguaggio poetico, rivelando uno sguardo che oltrepassa gli stereotipi, inclusi quelli ricorrenti della sensualità e della bellezza. Come in questa poesia dal titolo emblematico, Le donne fuori gara, dove “l’autore – scrive la poetessa Annamaria Ferramosca – si sofferma sulle donne non più giovani, quelle fuori dai clichés, presentandole sulla soglia di casa, esaltando ciò che di loro è occultato ma che, da poeta, riesce a vedere: quell’indicibile tensione alla pace, alla protezione…”.

LE DONNE FUORIGARA

Non escono sui periodici

si limitano a filare febbraio

sono vele ancora pronte al vento

indugiano fra le offese degli anni

quando contano caute gli spiccioli

ripassano umanesimo e rinascimento,

brigate e giostre,

separano l’uno dal cento

poi chiudono nella presa

e consegnano tutto,

prezzo e profumo

di quello che è stato.

Cosa resta del passato?

Se le incontri osserva

l’elastico del sorriso,

appare e scompare come loro,

quella che nascondono è gloria

che ha consumato mani,

caldaie di luce,

non temere per il tuo egoismo

non ti fermeranno mai

le donne fuorigara

loro chiedono solo

il cappotto di giorni ben sotto

le grondaie

e appena

uno zerbino alato

davanti la porta.

La poesia che precede, Le donne fuorigara, è tratta dalla silloge Il seguito mancante, pubblicata nel 2010 da Puntoacapo Editrice. E per restare sul tema della donna – che in Righetti assume l’aspetto di una “lunga, confessata sequenza ombelicale” (Perilli) confluendo nell’archetipo della madre – ecco una poesia altrettanto bella, intitolata Donna del mare, tratta questa volta dall’opera prima dell’autore: la silloge Dirette, pubblicata nel 2006 da Lietocolle.

DONNA DEL MARE

Profili di rade e tregue

in borsa

apri, anni di scorcio

e giù sino al turchese dei fondali

a scambiare silenzi,

al ritorno stampi tutto per precauzione

forse è questa la ragione del tuo ricevere

e restare poi sul lato più simile

alla superficie del mare.

Ma lasciamo ora la parola allo stesso Righetti che, in un’intervista pubblicata in rete, mostra una chiara consapevolezza delle sue fonti creative. Alla domanda: “Perché hai iniziato a scrivere?”, l’autore risponde: “Si sono coalizzati più elementi, emozioni mai del tutto immagazzinate e restate in una zona intermedia fra la memoria e il futuro. Ogni fatto esterno (emotivo o razionale che sia) ha bisogno di un tempo nostro che lo accetti, lo comprenda, lo trasporti nella memoria. Ma questo non avviene sempre, vi sono fenomeni che si sottraggono alla nostra meditazione e restano in zona d’attesa – sospesi, appunto, fra la memoria e il futuro – come una nostra indefinita possibilità di essere: la scrittura attiene secondo me proprio a questo ambito, a una nostra migliore, più completa, più consapevole possibilità di essere…”.

A proposito di questa interessante intervista, che i lettori potranno leggere nella sua interezza su Internet, occorre sottolineare che Marco Righetti è una presenza abituale della rete. Se infatti il libro cartaceo è un “must” imprescindibile per la concentrazione di lettura che consente (e che la poesia richiede), la rete è ormai divenuta lo strumento di diffusione per eccellenza di questa forma letteraria. Poco gettonata dai grandi editori, ma assai apprezzata sul web.

Oltre al suo blog intitolato “de-scrivere”, ubicato all’indirizzo web marcorighetti1.blogspot.it, Righetti è presente con moltissimi link, tra cui diversi filmati su YouTube, relativi agli eventi di presentazione dei suoi libri. Numerose, poi, le recensioni e le collaborazioni a prestigiosi siti di poesia, come la rivista letteraria “clanDestino”, diretta da Davide Rondoni e Gianfranco Lauretano (affermati scrittori di area cattolica).

E torniamo ora all’opera prima di Righetti – la già menzionata silloge Dirette – riguardo la quale il critico e poeta Gianfranco Lauretano così si esprime: “Il rovello dell’autore, la sua ‘irrequietezza poetica’, è ricerca di una forma pura, non nel senso lessicale (sono anzi accettati termini di varia provenienza e una ricchezza compiuta di segni linguistici) ma compositivo. La forma nitida e squillante a cui giungono le singole poesie si aggrega a un verso che è, nel contesto, il punto di equilibrio e di chiarificazione del significato”. E a tale proposito, Lauretano cita la poesia intitolata Oggi mi è figlio tutto quello che ami, definendola “una bellissima dichiarazione d’amore per interposta persona, un richiamo alto e teso alla responsabilità che passa attraverso lo sguardo altrui”.

OGGI MI È FIGLIO TUTTO QUELLO CHE AMI

Oggi mi è figlio tutto quello che ami

incluse le serie che non voglio capire

allora ti penso con numero esatto

la preoccupazione di sbagliare

ma tu interrompi il conto

licenzi le processioni

dolcemente

portando un semplice esempio,

testo a fronte.

Possiamo chiudere queste brevi riflessioni affermando che siamo in presenza di un autore che – come scrivevamo in apertura – ha già conquistato una sua meritata visibilità, ma soprattutto di un autore che potrà offrirci positive sorprese in futuro. E infatti Marco Righetti ci segnala che ha pronte nel cassetto tre opere inedite: una silloge di poesie, un romanzo thriller e una raccolta di racconti. I contatti con gli editori sono in corso. I suoi lettori abituali lo attendono alla prova, e anche qualche nuovo lettore – ne siamo certi – che avrà acquisito attraverso la rubrica di poesia di ZENIT.

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I poeti interessati a pubblicare le loro opere nella rubrica di poesia di ZENIT, possono inviare i testi all’indirizzo email: poesia@zenit.org

I testi dovranno essere accompagnati dai dati personali dell’autore (nome, cognome, data di nascita, città di residenza) e da una breve nota biografica.

Le opere da pubblicare saranno scelte a cura della Redazione, privilegiando la qualità espressiva e la coerenza con la linea editoriale della testata.

Inviando le loro opere alla Redazione di ZENIT, gli autori acconsentono implicitamente alla pubblicazione sulla testata senza nulla a pretendere a titolo di diritto d’autore.

Qualora i componimenti poetici fossero troppo lunghi per l’integrale pubblicazi
one, ZENIT si riserva di pubblicarne un estratto.

 

 

 

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Massimo Nardi

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