Parlare di “disarmo nucleare adesso, nel 70° anniversario dei bombardamenti atomici ci impone una messa a fuoco della nostra fede, etica e morale, sulla necessità di un’urgente nuova legge internazionale. Una messa al bando delle armi nucleari che deve raggiungere il più ampio consenso possibile”.
Sono parole ferme e dirette – che fanno eco a quelle di Papa Francesco oggi dopo l’Angelus – quelle pronunciate dalla reverenda Sang Chang, presidente asiatico del Consiglio ecumenico delle chiese (World Council of Churches – Wcc), al simposio sul disarmo nucleare tenutosi a Hiroshima in occasione dell’anniversario del bombardamento nucleare.
“La prima cosa che ci è richiesta è di vivere il coraggio delle nostre convinzioni. Per il Consiglio ecumenico delle chiese, la convinzione è che il mondo deve essere liberato delle armi nucleari”, ha detto Chang, membro della comunità presbiteriana della Corea del Sud, che fa parte anche della delegazione del Wcc in Giappone in questi giorni per un pellegrinaggio a Hiroshima e Nagasaki.
L’iniziativa – ha spiegato il presidente di Wcc – intende riaffermare che “l’eliminazione delle armi nucleari è nell’interesse della sopravvivenza dell’umanità tutta intera”. In questo senso, parlando proprio delle armi nucleari, la Chang ha sostenuto che le Chiese e le comunità ecclesiali sono chiamate ad andare oltre la semplice “denuncia delle violenze, delle oppressioni e dell’ingiustizia”, ma devono “incarnare i loro giudizi etici in azioni che contribuiscono a una cultura di pace”.
Di qui l’appello rivolto ai credenti ad alzare la voce sulla questione delle armi nucleari, incoraggiando a lavorare all’interno delle proprie comunità, ma anche nei rapporti con i Governi e con le organizzazioni della società civile.