Lettura
Elìa sta fuggendo dalla regina Gezabele che vuole ucciderlo. Il profeta appare stanco e sfiduciato, tanto da arrivare a desiderare la morte. Ma il Signore si prende cura di lui nutrendolo, in modo che riacquisti le forze e possa riprendere a camminare nel deserto. Nel Vangelo, Gesù continua a pronunciare il discorso sul pane di vita soffermandosi sulla realtà del credere e svelando l’identità del pane di vita che lui darà.
Meditazione
Gesù invita i suoi interlocutori a non mormorare e indica la strada per farlo: credere in lui. Proprio al “credere in lui”, che, nella parte precedente del discorso, ha messo in parallelo con il “venire a lui”, è dedicata questa parte del discorso. Della realtà del credere rivela le due dimensioni: è, contemporaneamente, opera del Padre e del fare dell’uomo. Per prima cosa, Gesù nega che sia possibile venire a lui, costruire una relazione con lui, se non ci attira il Padre. A questo punto, verrebbe da pensare: “Beati quelli che il Padre attira verso il Figlio”. Ma non è così, perché subito Gesù afferma che questa attrazione è un essere istruiti da Dio e che essa raggiunge tutti. Se questa attrazione raggiunge tutti, non funziona però in modo automatico, costringendo l’uomo a credere: è necessario, infatti, che chi viene attratto ascolti e impari dal Padre, solo a questo punto verrà a Gesù. Possiamo così affermare che il credere in Gesù è un dono che chiede di essere accolto: «La fede è la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che ci chiama per nome» (Lumen Fidei, 8). L’atto del credere, dunque, non si può ridurre al solo accogliere determinate idee, ma è il costruire una relazione con Gesù che ci plasma da dentro insegnandoci a guardare la realtà con i suoi occhi: «In tanti ambiti della vita ci affidiamo ad altre persone che conoscono le cose meglio di noi. […] Abbiamo anche bisogno di qualcuno che sia affidabile ed esperto nelle cose di Dio. Gesù, suo Figlio, si presenta come colui che ci spiega Dio. […] “Crediamo in” Gesù, quando lo accogliamo personalmente nella nostra vita e ci affidiamo a lui, aderendo a lui nell’amore e seguendolo lungo la strada» (Lumen Fidei, 18).
Preghiera
«Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 27,8b): con le parole del salmo, alimento il mio desiderio di costruire una relazione con Gesù.
Agire
Nella giornata, cercherò di ritagliarmi uno spazio di preghiera per alimentare la mia relazione con Gesù.
Meditazione del giorno a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it