Stamane All’Hotel Roma di Grottammare, Laura Freddi, Enzo Iacchetti, Renato Pozzetto e il sindaco di Grottammare, Enrico Piergallini, hanno presentato la 31° edizione di “Cabaret Amore mio”, uno spettacolo in cui comici, cantanti, gruppi musicali, cantastorie, giovani cabarettisti si alterneranno sul palco per far divertire i presenti.
Enzo Iacchetti, cui negli anni scorsi è stato assegnato il premio “Arancia d’oro” nel contesto di “Cabaret Amore mio”, di cui è oggi direttore artistico, ha spiegato che nella edizione di quest’anno tra i novanta giovani candidati per concorrere al premio finale ne sono stati scelti sette.
Il criterio è stato quello di uscire un po’ fuori dai canoni classici, di chi racconta storie e barzellette. Sono stati scelti coloro che fanno ironia e che cercano di sdrammatizzare molte delle nevrosi moderne, con riferimenti di grande attualità, come l’uso a volte esagerato degli i-phone.
Iacchetti ha assicurato che si riderà molto. Tra gli ospiti della prima serata, il simpaticissimo Renato Pozzetto, attore, regista, cabarettista, cantante e sceneggiatore, il quale insieme a un remake di canzoni e sketch che hanno fatto la storia del cabaret italiano – come “E la vita, la vita”, “La gallina”, “A me mi piace il mare”, “La canzone intelligente”, “Come porti i capelli bella bionda” – canterà una canzone inedita da lui scritta e musicata da Enzo Iannacci.
Nella motivazione al premio “Arancia d’oro 2015” a Pozzetto, la direzione ha scritto: “Per aver completamente ribaltato il concetto di comicità in voga fino agli anni Sessanta, inventando dai locali di porta Ludovica nel centro di Milano – frequentate dai più grandi pittori dell’epoca – un umorismo surreale ancora oggi d’avanguardia, punto di riferimento per le nuove generazioni”.
Alla domanda di ZENIT sul perché e come è diventato un cabarettista, cantante, attore, Pozzetto ha risposto che non è stata proprio una scelta ma un’occasione colta. Pozzetto ha spiegato che nel dopoguerra c’erano pochi soldi in giro, e non esisteva la possibilità di vivere facendo il cabarettista, non esisteva neanche l’idea di cosa fosse un cabarettista e di come potesse vivere esibendosi.
Renato Pozzetto ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza a Gemonio (in provincia di Varese) dove la sua famiglia era sfollata a causa dei bombardamenti a Milano. Ha studiato in un Istituto tecnico per geometri, ed ha cominciato a conoscere il mondo degli artisti milanesi suonando la chitarra insieme al suo amico Cochi Ponzoni, all’Osteria dell’Oca.
In quella che era la cosiddetta “trattoria degli artisti”, dove un loro amico, Piero Manzoni, esponeva i quadri, Cochi e Renato intrattenevano i presenti con canzoni popolari, storie, sketch comici. Le scenette improvvisate dai due piacevano, così i proprietari dell’osteria pensarono di aprire un locale, il “Cab 64”, dove Renato e Cochi intrattenevano i presenti. La prima paga fu di 3.500 lire, a condizione che fossero almeno dieci gli spettatori in sala. Caso volle che tra gli spettatori del locale venne anche Enzo Jannacci, il quale divenne amico dei due aiutandoli nei testi e scrivendo le musiche delle loro canzoni.
Ma quella attività così divertente non era ancora un lavoro. Cochi faceva l’interprete all’Aeroporto di Linate e Renato era contitolare di un impresa per impianti di ascensori. La professione di cabarettisti divenne realtà quando insieme a un gruppo di amici quali Lino Toffolo, Felice Andreasi, Bruno Lauzi, i due arrivarono al Derby Club di Milano, che era a ragione considerato il punto riferimento del cabaret in Italia.
Il gruppo si chiamava “Gruppo Motore” e l’idea era quella di inventare e praticare una forma di umorismo a metà tra l’avanspettacolo ed il teatro. L’umorismo surreale fu ripreso da molti autori: dai testi di Achille Campanile e dal teatro di Eugène Ionesco.
La comicità moderna e immediata, espressa con storie che all’inizio sembravano surreali e incomprensibili, insieme a fantastici giochi di parole, incontrarono un immediato successo. Ancora oggi, a distanza di quasi 50 anni, Pozzetto continua a regalare serate di grande comicità.
Ed è in questo contesto, ha aggiunto Iacchetti, che si colloca la Manifestazione “Cabaret Amore mio”, tesa a scoprire nuovi giovani talenti del cabaret. Una manifestazione che è seconda solo al Festival di Sanremo per anni di attività.
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Per ogni informazione: http://www.cabaretamoremio.it/