Nel 1982 il filmato di alcuni videogiochi viene spedito nello spazio come testimonianza della cultura popolare terrestre dell’epoca. Peccato che una popolazione aliena fraintenda la prenda come una dichiarazione di guerra. Trent’anni dopo la Terra si trova ad affrontare un’invasione che ha la forma dei più amati videogiochi, da Pacman a Donkey Kong… Il presidente degli Stati Uniti chiama l’amico d’infanzia Sam Brenner, campione dell’epoca e ora videoistallatore, per salvare il pianeta…
Pensato e realizzato come un grande omaggio a un mondo che non esiste più, quello dei videogiochi classici, che anziché essere giocati online nel chiuso di una camera o di un salotto ancora si basavano sulla dimensione collettiva delle Arcades (le grandi sale americane sfondo di tanti film degli anni Ottanta), Pixels è anche un richiamo ironico quanto nostalgico a quella decade, di cui abbondano le citazioni, dai programmi tv alla politica, dal cinema al vestiario.
Ben lontano dalla pretesa “serietà” di blockbuster come Independence Day, ma anche dalla satira politica di Mars Attack! di Tim Burton, Pixels è piuttosto un’operazione nostalgia, forse un po’ troppo programmata ma efficace, che farà felici soprattutto coloro che sui videogiochi hanno speso l’adolescenza.
Alla regia Chris Columbus, quello dei primi Harry Potter ma pure di Mamma ho perso l’aereo, anche se a farla da padrone è soprattutto un terzetto di comici, Adam Sandler, Kevin James e Josh Gad, affiancato da ospiti televisivi di lusso (come Peter Dinklage, star di Game of Thrones, nei panni del campione disonesto Fire Blaster).
La trama è elementare, con un gruppo di “perdenti” che trova la sua rivincita con il più assurdo e il meno eroico dei passatempi. Pixels non tenta nemmeno di nascondere i suoi buchi, tra generali che qualunque sia il problema propongono di sganciare bombe, fanatici delle teorie del complotto, donne ufficiali che piangono nei guardaroba per i mariti che le lasciano e un Presidente degli Stati Uniti in crisi di popolarità che si fa beccare ai corsi di pasticceria con la moglie, ma poi decide di salvare il mondo mascherato da Chewbecca.
Qua e là non mancano alcune notazioni semiserie sull’evoluzione dei costumi, con videogiochi sempre più sofisticati e violenti (morti ammazzati che fanno rabbrividire i videogiocatori di un tempo abituati a sparare a bruchi volanti ma che non fanno fare una piega ai ragazzini di oggi) contrapposti a quelli classici (anche se un classico per un dodicenne di oggi può essere anche qualcosa dei primi anni Duemila) e l’odierna mania del selfie a tutti i costi (anche di fronte a un’invasione galattica) contrapposta ad una dimensione ludica d’altri tempi, ancora collettiva e sociale.
Il resto della trama è quanto di più prevedibile e collaudato si possa immaginare e di sicuro non è nei pochi colpi di scena che va cercato il divertimento quanto nei riferimenti più o meno facili da individuare (c’è pure un affettuoso omaggio al creatore giapponese di Pacman) e nelle innumerevoli strizzate d’occhio ai miti di un’epoca che non c’è più, forse un pochino imbarazzante in certe sue incarnazioni, ma inevitabilmente ammantata del fascino dell’età dell’oro, fosse pure quella dei pixel.
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Titolo Originale: Pixels
Paese: USA
Anno: 2015
Regia: Chris Columbus
Sceneggiatura: Timothy Dowling, Tim Herlihy
Produzione: HAPPY MADISON, 1492 PICTURES, IN ASSOCIAZIONE CON FILM CROPPERS ENTERTAINMENT
Durata: 110
Interpreti: Adam Sandler, Josh Gad, Peter Dinklage, Kevin James, Michelle Monaghan
Per info: http://www.familycinematv.it/