Boko Haram sembra intenzionato a proseguire la propria sfida al mondo. E lo fa diffondendo altro orrore. Lunedì scorso i miliziani del gruppo terrorista hanno prima ucciso e poi decapitato venti pescatori originari del Ciad che stavano gettando le reti sulle acque del lago omonimo nei pressi del villagio di Baga, al confine tra Ciad e Nigeria.
L’unico sopravvissuto alla mattanza, Abubakar Gamandi, presidente di un sindacato di pescatori che nella strage ha perso un fratello di 16 anni, ha raccontato la dinamica dei fatti: “Era un drappello di quattro uomini, ma armato di mitragliatori e machete. Hanno spiegato che i pescatori sono emuli di Issa (il nome di Gesù nelle pagine del Corano), un profeta che con le sue parole ha attirato tante persone stolte, tentando di corrompere il mondo”. Dopo le farneticazioni, i jihadisti hanno aperto il fuoco sui pescatori. Abubakar rileva di essersi salvato nascondendosi in una delle imbarcazioni tirate in secca. Lo scenario cui ha assistito è scioccante: alle vittime è stata tagliata la testa, “alcuni sono stati decapitati mentre erano ancora vivi”, afferma.
Altre 5 vittime del terrorismo di Boko Haram sono state registrate a Maiduguri, capitale dello Stato del Borno tristemente nota per il rapimento delle 200 giovani donne. L’attentato è avvenuto stamattina in una stazione degli autobus, intorno alle 6.30, quando il luogo è affollato di gente che si reca in un vicino mercato.
Mons. Rosario Pio Ramolo, vescovo di Goré, nel Ciad, spiega ad Aiuto alla Chiesa che Soffre che “i cristiani non sono gli unici ad essere nel mirino dei fondamentalisti”, notando come anche i musulmani moderati siano vittime delle violenze. La tensione si diffonde anche in altre aree del Ciad. “Ad esempio a Moundou, nel Sud del paese, sono stati recentemente fermati alcuni soggetti – spiega il presule – Il Governo cerca di rassicurare la popolazione, ma i ciadiani hanno paura”.
Proseguono intanto le operazioni anti-Boko Haram del Governo nigeriano, di concerto con Camerun, Ciad, Niger, Togo e Benin, coordinate dal generale Iliya Abbah. In un’operazione avvenuta nelle scorse ore, “sono stati uccisi 117 terroristi, due soldati del Ciad sono morti e altri due sono rimasti feriti”. Il portavoce dell’esercito, il colonnello Azem Bermendoa Agouna, ha spiegato che l’offensiva contro i jihadisti è ancora in corso.