Lettura
La parabola della rete è l’ultima delle sette raccolte da Matteo. È molto simile a quella della zizzania. Presenta la stessa tematica della precedente con un’immagine molto efficace, soprattutto per gli addetti alla pesca, per i quali l’operazione del discernimento, del “buttare via”, segna il risultato deludente di una grande fatica. I pescatori non desiderano altro che una rete gonfia di pesci buoni e di alta qualità. Solo in questo caso la veglia della notte è ben ripagata. La pesca può raffigurare sia il lavoro dei missionari, sia la coesistenza nel mondo, tanto del bene quanto del male.
Meditazione
La parola “fine” sgomenta quando si parla della vita. Anche per i volontari della cosiddetta eutanasia, il darsi la morte sia un modo per esorcizzare la più grande paura che l’uomo possa mai provare. Peraltro, la parte più nobile dell’essere umano percepisce, come una forza imperiosa, il desiderio insopprimibile di una vita immortale e la necessità di una giustizia che corrisponda all’anelito universale di verità. Gesù entra in questa esperienza, che può essere soffocata per una superficiale lettura del mondo. Infatti, sia l’ateo che l’agnostico escludono tutto, la stessa capacità di lettura del proprio “io”, piuttosto che guardare, con occhio libero, la chiamata alla vita che Dio mette nel cuore di tutti. Nessun giudizio è permesso di fare nei loro confronti personali: le vicende umane sono sempre molto complesse; eppure a tutti è dato il “lume” per capire e volere. La nostra grandezza sta nella capacità di orientarci verso il bene, il vero, il bello, il buono. Sta nello scoprire Dio, giusto nella sua misericordia. Siamo figli dello stesso Padre, pertanto nessuno nasce condannato a essere benedetto o maledetto da chi gli ha donato l’esistenza. Come sulla terra è già in atto un discernimento tra la vita e la morte spirituale, tra il bene e il male, così il giudizio divino sarà ancora un atto di discernimento, una separazione tra i buoni e i cattivi, i giusti e gli ingiusti, tra quelli che hanno amato e quelli che hanno fatto della loro vita la palestra dell’odio. Dio non farà che avallare le scelte definitive, quelle irreversibili dell’ultimo soffio. La vera vita non è altro che un costante aprirci all’amore di Dio, un’avventura per il grande incontro: “se vuoi”. Le parole di Gesù sono esplicite e gravi.
Preghiera
O Signore, fammi capire che un amore perfetto per te è cogliere la vita a piene mani. Aiutami ad amarti sopra ogni cosa e liberami da ogni timore, specie della morte, della condanna, del giudizio e dell’inferno.
Agire
Lo spirito divino inclina al bene; quello diabolico, al male. Non prendere sonno senza aver fatto l’esame di coscienza sulle azioni della giornata.
Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it