Alla fine del prossimo cinquantennio il Sud Italia avrà 4,2 milioni di abitanti in meno, oltre quattro volte il numero di abitanti di Napoli. L’ennesimo allarma sul calo di nascite lo ha lanciato Svimez, nel suo rapporto sull’economia del Mezzogiorno. Un calo, quello che si registrerà nel Meridione, che vedrà ridursi i propri abitanti di oltre un quinto, “rispetto al resto del Paese che ne guadagnerà, invece, 4,6 milioni”.
Ribadendo che le nascite nel 2014 sono state 174 mila, livello al minimo storico registrato da 150 anni di unità d’Italia, lo Svimez definisce il calo demografico uno “stravolgimento” nonché “uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili”.
La previsione di Svimez è impietosa. “Il Sud – si legge nel rapporto – è ormai a forte rischio di desertificazione industriale, con la conseguenza che l’assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all’area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente”.
La crisi che investe la famiglia e la natalità, influisce negativamente anche sui consumi. “Il Sud sconta inoltre un forte calo sia dei consumi interni che degli investimenti industriali. I consumi delle famiglie meridionali sono infatti ancora in discesa, arrivando a ridursi nel 2014 dello 0,4%, a fronte di un aumento del +0,6% nelle regioni del Centro-Nord. Se si guarda dall’inizio della crisi al Sud i consumi sono scesi del 13,2%, oltre il doppio che nel resto del Paese”.