European University of Rome (UER)

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L’UER lancia il corso di laurea in Scienze della formazione primaria

Venerdì 11 settembre il test d’ammissione per i futuri insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria

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L’Università Europea di Roma apre il nuovo corso di laurea in Scienze della formazione primaria. Per iscriversi è necessario superare un test di ammissione, che si svolgerà a livello nazionale venerdì 11 settembre alle ore 11. I primi 100 studenti ammessi in graduatoria potranno iscriversi all’Università Europea. Il prof. Umberto Roberto, Coordinatore del corso di laurea, ha spiegato a ZENIT quali sono i punti di forza del nuovo corso abilitante alla professione di insegnante nella scuola dell’infanzia e primaria in Italia.
C’è un valore aggiunto che l’Università Europea vuol dare al nuovo corso di laurea?
Direi soprattutto due elementi: una forte attenzione al tema dell’interculturalità, in una visione della scuola come luogo di incontro tra culture diverse, popoli diversi, religioni diverse e, contemporaneamente, l’impegno per portare i nostri studenti a un livello di conoscenza della lingua inglese C1, dunque più alto del minimo comunque richiesto dal piano ministeriale (B2).
L’elemento dell’interculturalità è già presente in altri corsi; diciamo che l’UER è particolarmente attenta a questo aspetto della formazione dei futuri docenti, perché siamo convinti che la scuola debba essere accogliente per tutti. Vorremmo dare ai futuri docenti, attraverso il loro percorso di studi, la preparazione necessaria per interagire in maniera adeguata e competente con questa realtà che si trova soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella primaria. Ci sono materie, come l’arte, la musica, la letteratura per l’infanzia, per esempio, i cui contenuti si prestano a essere usati come strumenti di incontro e di conoscenza tra i bambini. Un aspetto che verrà curato, ad esempio, è lo studio dei diversi sistemi familiari. Un altro aspetto importante sarà la preparazione dei futuri insegnanti, perché valutino con la massima attenzione alcuni strumenti di incontro e di relazione come il dialogo interreligioso, perché questo è un aspetto molto importante a livello culturale e personale degli studenti.
E qui entra in gioco l’approfondimento della lingua inglese, perché la lingua è sicuramente il mezzo di incontro e di scambio privilegiato. I nostri studenti frequentanti potranno seguire già dal primo anno alcuni insegnamenti in lingua inglese; avranno poi la possibilità di svolgere il tirocinio, previsto dal decreto ministeriale a partire dal secondo anno, in una delle scuole della nostra rete, a Roma: l’Irish Institute o l’Highlands Institute. Qui, già a partire dalla scuola dell’infanzia, sono presenti classi bilingui con lezioni impartite in lingua inglese: un’esperienza che in altri corsi non è sempre prevista. Ovviamente, i tirocini non si svolgeranno solo nelle nostre scuole; altre convenzioni verranno fatte con istituti che sul territorio presentano questa caratteristica dell’insegnamento bilingue nell’offerta formativa. Seguiremo anche l’evoluzione della normativa per quanto riguarda il progetto Erasmus e la possibilità di scambi all’interno della rete di università che possediamo a livello internazionale.
Quali nuove sfide presenta per l’Università Europea la partenza di questo nuovo corso di laurea?
Siamo molto orgogliosi di questa decisione del Ministero di accreditare presso una giovane università come l’UER un corso importante come Scienze della formazione primaria. Sentiamo, al tempo stesso, il peso della responsabilità di formare i futuri insegnanti della scuola pubblica. Naturalmente, lavoreremo per offrire ai nuovi studenti la stessa attenzione che abbiamo dato, in questi 10 anni di vita dell’Università, a tutti i nostri studenti. Lo studente qui non è mai solo, ha sempre qualcuno con cui risolvere i suoi problemi e dispone di un tutor di riferimento. La centralità dello studente è uno degli elementi che caratterizza la nostra Università e dovrà essere ancora più forte in Scienze della formazione primaria. A differenza degli altri corsi di laurea dell’UER, infatti, il decreto ministeriale che stabilisce l’offerta formativa non prevede l’inserimento delle altre attività che l’UER propone agli studenti per coinvolgerli in attività di responsabilità sociale, e nemmeno gli esami affini della formazione integrale, come antropologia e filosofia. Siamo coscienti che questo corso di laurea è molto complesso e impegnativo, perché prepara gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria.
Qual è la preparazione richiesta a chi farà il test di ammissione a settembre?
Quella prevista dalla normativa vigente. La prova di ammissione è nazionale ed è aperta anche agli studenti stranieri. Il test prevede 80 domande con particolare attenzione alla competenza linguistica e al ragionamento logico, all’italiano, storia, geografia, alla cultura matematico-scientifica. Per ottenere l’ammissione in graduatoria, il punteggio minimo richiesto è di 55/80. Si farà una graduatoria e i primi 100 potranno iscriversi. Il bando di ammissione è consultabile sul sito dell’UER a questo indirizzo: http://www.universitaeuropeadiroma.it/corsi-di-laurea/1819.
Una volta si diventava insegnanti senza una laurea: che cosa è cambiato?
Alla fine degli anni ’90 si è giunti all’introduzione di un percorso di laurea anche per gli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia. E non solo questo, si è anche pensato di strutturare il nuovo corso in maniera molto ponderata, molto precisa. Questa laurea non ha un assetto esclusivamente concentrato su una scienza o su un gruppo specifico di settori scientifici; al contrario, ha un blocco pedagogico-psicologico molto forte, con numerosi crediti per le materie legate alla pedagogia e alcuni elementi di psicologia (evolutiva, ovviamente, ma anche la neuropsichiatria e le questioni legate ai disturbi comportamentali); c’è poi un ampio gruppo di materie collegate alle competenze necessarie nell’insegnamento a scuola l’italiano (sia didattica che, nel nostro caso, italiano per gli stranieri); la storia e in particolare la storia antica perché quella s’insegna nella scuola primaria; la matematica, l’arte, la musica, le scienze e la chimica (noi avremo, ad esempio un corso di botanica oltre che di chimica) e l’educazione fisica.
Si può imparare a insegnare? O è una dote innata?
Certamente si possono imparare le tecniche di insegnamento e, anche attraverso l’esperienza, migliorarle costantemente. C’è un’area scientifica legata all’ambito pedagogico che offre strumenti per una migliore didattica e per una migliore valutazione, perché oltre alla didattica, c’è anche la valutazione di quello che viene insegnato. Allo stesso tempo, conta molto anche la passione. Sia per chi insegna sia per chi apprende, l’elemento di una forte motivazione ci deve essere. Anche questo è un obiettivo che cercheremo di sviluppare nel percorso di studio dei nostri studenti.

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Valentina Raffa

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