La crisi greca è aggravata dal massiccio arrivo di profughi e migranti nella penisola. Lo conferma la Caritas di Atene, secondo i cui dati, il numero degli immigrati nel paese è quintuplicato rispetto al 2015.
La maggior parte dei flussi arrivano da paesi devastati da guerre civili e pulizie etniche come Siria, Afghanistan, Nigeria, Sierra Leone e Repubblica Democratica del Congo.
“La vita dei greci, quella dei migranti e il nostro lavoro è stata resa più complicata dalla crisi”, spiega la responsabile di Caritas Atene, Irma Sofia Espinosa Peraldi.
L’altissimo tasso di disoccupazione in Grecia, riduce al minimo le possibilità per i migranti sia regolari che clandestini, costringendoli a lavorare in nero o finire in giri legati alla criminalità. Sempre più lunghi, poi, sono i tempi burocratici per i richiedenti asilo.
In questo scenario la Caritas ateniese ha lanciato un programma di assistenza ai profughi siriani, con l’obiettivo di estenderlo alle isole elleniche, dove gli sbarchi sono particolarmente numerosi.
Uno dei problemi più drammatici è il forte afflusso alle mense della Caritas, dove il cibo, ormai, non è più sufficiente, né per i greci, né per gli immigrati.
“Nonostante le difficoltà – ha però sottolineato Espinosa Peraldi – abbiamo visto molta solidarietà da parte degli abitanti nelle isole. Tanti cittadini hanno dedicato il loro tempo per aiutare a portare cibo e vestiti ai rifugiati”.