Lettura
Il Vangelo è l’inizio del capitolo sesto di Giovami e descrive il ministero di Gesù in Galilea. Anche qui, come in Giudea, egli si manifesta Figlio di Dio. Il giorno dopo il miracolo dei pani, nella sinagoga di Cafàrnao, si presenta come il vero Pane vivo disceso dal Cielo e chiede di avere fede in lui. Soggiunge che per possedere la vita eterna occorre nutrirsi di quel pane che egli darà, cioè della sua carne, e bere il sangue che verserà per la vita del mondo. Queste parole suscitano sconcerto; molti lo abbandonano e non vanno più con lui, ma Pietro rimane: «Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna».
Meditazione
Non possiamo estendere la nostra riflessione sull’intero capitolo, ma dobbiamo limitarci al miracolo della moltiplicazione dei pani che Gesù compie in prossimità della Pasqua, in vista di predisporre i discepoli ad accogliere un altro Pane, quello del suo corpo. Sottolineo il verbo “predisporre”, in quanto di questo si tratta. Gran folla segue Gesù. Alla vista del miracolo, scatta l’istintivo pensiero che lui avrebbe soddisfatto la fame di tutti. Il pane, infatti, è il segno più chiaro del bisogno e, come scrive Abbagnano, «la nozione di bisogno non è quella di uno stato provvisorio, di mancanza o di deficienza, ma piuttosto quella di uno stato o condizione di “dipendenza” che caratterizza l’uomo». Si dipende, dunque, dal pane e questo spiega l’entusiasmo della gente che vuole prendere Gesù per farlo re ma egli, sapendolo, si ritira da solo sul monte. Non ricerca il populismo, sempre facile in campo sociale quando si assumono atteggiamenti compiacenti di tipo ideologico e politico. La missione della Chiesa è quella di evangelizzare, rendere credibile il messaggio di amore di Gesù ed essere vicina a tutte le povertà, da quelle spirituali a quelle morali e materiali. Il dramma dell’uomo contemporaneo è di non avvertire più il bisogno di un altro pane, quel “Pane vero di Dio che dà la vita al mondo” (cfr. Gv 6,33). Osserva sant’Agostino: «Quanti cercano Gesù [la Chiesa] solo per vantaggi temporali! C’è chi ricorre ai preti per riuscire in un affare. È difficile che si cerchi Gesù per Gesù» (In Jo. Ev., 25,10). Ma io credo? Ho fede nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia? Con quali disposizioni mi accosto a riceverlo? Sento il bisogno di adorarlo? Scrive sant’Agostino: «Ciò che conta è che uno mangi col cuore, non che mastichi con i denti» (26,12).
Preghiera
Signore, assisti la tua Chiesa nel prodigarsi per i poveri, per gli emarginati, per i sofferenti. Custodisci e rafforza in tutti l’anelito della fede in te e apri i nostri cuori ad accoglierti come l’unico vero bene.
Agire
Prima di fare la Santa Comunione devo verificare se sono in grazia di Dio e pensare a chi vado a ricevere, per adorare con più amore e devozione Gesù presente in me.
Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it