Può un gestore del diritto aprire le porte alla falsità?

La Chiesa non difende la natura per un principio ideologico, filosofico, o altro, ma per purissima antropologia

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Non è mai serio sacrificare le proprie radici cristiane e il percorso di fede personale, per  una tendenza di maggioranza che disdegni il diritto naturale dell’uomo, posto da Dio a difesa dell’Umanità nella sua interezza. Le cronache di questi giorni sono pieni di nuovi Soloni del diritto e i termini “democrazia ferita”, “arretramento delle facoltà giuridiche italiane”, “privazione di libertà personale”, campeggiano nel dibattito generale alla luce di due precise sentenze. Quella della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo sulle unioni civili e l’altra della Cassazione che dice sì al cambiamento di sesso senza intervento chirurgico, aprendo di fatto alla possibilità di “cambiare sesso solo per motivi di carattere psicologico”. Per il Tribunale supremo infatti il processo di mutamento dell’identità del genere non è standardizzabile. I giudici di Strasburgo hanno invece inteso sottolineare che sul riconoscimento delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso, “secondo gli ultimi sondaggi trova favorevole la maggioranza dei cittadini”. Gli stessi togati ritengono che l’Italia abbia violato l’art.8 della Convenzione europea per i diritti umani, quello che si occupa del rispetto della vita delle famiglie. Il dibattito nei prossimi mesi sarà infuocato e tutta la parte del Paese, che vorrebbe assimilare le unioni omosessuali alle famiglie naturali, utilizzerà ogni tipo di pressione politica e cercherà di strumentalizzare questa ultima sentenza. Un dispositivo che comunque si limita a parlare di diritti civili e non di forme matrimoniali da equiparare. Altro pressing lo avremo da parte dei sostenitori della teoria del Gender, a cui la nostra Cassazione ha dato forza nel sostenere che sia possibile scegliere in piena libertà la propria natura di genere, al di là della struttura fisica personale.

Ci si accinge ormai, senza essere catastrofici, a rompere in via definitiva gli argini di una verità che ha puntellato la storia e difeso l’uomo dalla sua rovina. Evidentemente oggi si ritiene che vada bene così. Una cosa è riconoscere dei diritti civili a persone che hanno deciso in piena libertà di condividere un percorso di vita, assicurando che ogni essere umano vada sempre tutelato nella sua dignità sociale; altra cosa è considerare, quale vera famiglia, una unione tra persone, non rispettosa del genere naturale, forzando di fatto la realtà e appropriandosi  di quelle funzioni, compreso l’adozione dei figli, che non le competono. Così è per il cambiamento di sesso. Permettere una modificazione per motivazioni psicologiche, pur se attestate da luminari della psicologia, non certo aiuta l’uomo nella ricerca di quella dimensione, privata e pubblica, che sta alla base del benessere personale necessario ad ognuno per vivere con decoro un’esistenza terrena. C’è chi in questi giorni ha anche auspicato che la Chiesa non entri in tali questioni. Evidentemente la memoria corta non consente di ricordare che, al di là dei rappresentanti ecclesiali e laici del tempo, è proprio la Chiesa che da sempre difende l’uomo, perché lo ama come ama il suo fondatore Gesù. Sono convinto, specie oggi, che questa difesa necessiti ancor di più all’uomo, per non cadere nei vortici di un mare di pseudo libertà personali senza regole. A proposito giungono puntuali alcuni tweet, vere luci dei verità in rete, del teologo mons. Di Bruno: È giusto fare chiarezza. La Chiesa non difende la natura per un principio ideologico, filosofico, o altro, ma per purissima antropologia. E ancora, guardando l’uomo nella sua identità naturale: La sua antropologia attinge la verità della natura nelle fibre stesse dellanima. Nellanima, non solo nel corpo, luomo è maschio e femmina”.

Per poi consegnare un messaggio forte e autorevole, ma anche “profetico”, a chi ha il potere con una norma di fermare o accelerare la corsa verso il bene comune, rischiando di minare la onorabilità di ogni persona: “Gestori di diritto e legislatori sappiano che per ogni porta che si apre alla falsità si è responsabili in eterno di tutto il male generato. L’uomo non si può modellare al computer. È un essere straordinario che nessuno può teleguidare a tavolino stravolgendo la sua natura, senza avere quei contraccolpi che le nuove generazioni pagheranno in termini molto pesanti. Lo stesso cristiano spesso pensa come se Cristo avesse parlato e profetizzato invano. Cose valide per allora, ma non più per l’attualità. Ognuno è persuaso che qualsiasi volontà possa essere diritto, ma la verità dov’è? Qual’è? Cosa fare, su questa strada, per arrivare a quella conciliazione sociale che tutti a parole vogliamo? Che i governi locali e nazionale rilanciano ogni giorno? Che i parlamenti imbottiscono di norme senza anima? Che il dibattito quotidiano rivendica senza reali intenzioni?  Rispondo utilizzando altri accurati “cinguettii” del sacerdote sopra citato: “La conciliazione può avvenire solo sul fondamento della verità. Essendo la verità la propria volontà, vi è il dissolvimento della società”. Ancora più chiaro questo ulteriore riscontro: “Luomo ha sostituito la verità con la volontà. Il diritto non si crea più sulla verità delle cose, ma unicamente sulla volontà delluomo. Infine, il messaggio chiave di tutta la nostra riflessione che pone il Diritto, quello vero, all’apice del pensiero divino e per questo incapace di mai aprire le porte alle falsità: Diritto e giustizia sono la volontà di Dio che governa luomo. Mai vi potrà essere diritto e giustizia dove la volontà di Dio non regna”.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui.

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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