Da ottobre, nella città irachena di Erbil, prenderanno il via i corsi dell’Università cattolica, ateneo fortemente voluto dalla Chiesa caldea in Iraq come forma concreta d’aiuto ai giovani cristiani del Medio Oriente e la cui costruzione è stata resa possibile dal contributo e dal sostegno dell’Università cattolica australiana.
Nei giorni scorsi – riferisce l’Osservatore Romano – l’arcivescovo di Erbil dei caldei, mons. Bashar Matti Warda, ha incontrato i rappresentanti dell’Australian Catholic University (Acu) e il presidente della Conferenza episcopale australiana e arcivescovo di Melbourne, mons. Denis James Hart, per coordinare al meglio gli aiuti necessari a completare i lavori del nuovo ateneo in una città abitata in maggioranza da cristiani. Era stata la Chiesa caldea a mettere a disposizione i trentamila metri quadri su cui far sorgere l’ateneo. L’obiettivo fin dall’inizio era quello di creare un polo d’insegnamento universitario privato aperto a tutti, conforme alle esigenze del mercato e strettamente associato alla ricerca scientifica.
L’ateneo sarà aperto a tutti, a prescindere dalla propria appartenenza religiosa, ospiterà circa 3mila studenti impegnati in corsi umanistici e tecnico-scientifici. A tal proposito ha parlato l’arcivescovo Warda: “La nuova università abbraccerà i nostri giovani, uomini e donne, cristiani e yazidi che sono stati sfollati con la forza e le minacce dalle loro aree e dalle loro abitazioni nella Piana di Ninive e a Mosul. L’università – ha proseguito – aprirà le sue porte anche ai musulmani che vogliono imparare e studiare fianco a fianco con i cristiani e gli yazidi al fine di formare un nuovo e promettente futuro per l’Iraq”. Secondo l’arcivescovo Warda, che ha fortemente voluto la nascita dell’ateneo cattolico, “la Catholic University of Erbil è un messaggio per coloro che vogliono buttarci fuori dal cerchio della storia. Questo significa che noi restiamo perché siamo profondamente radicati in questa terra da migliaia di anni. Non abbiamo nessuna intenzione di andare via”.
La collaborazione con l’Acu prevede lo scambio di professori da un’università all’altra, la possibilità per gli studenti di approfondire i propri studi in Australia usufruendo di borse di studio e tornare a Erbil per insegnare. Come ha sottolineato padre Anthony Casamento, direttore di Identità e missione dell’Acu, è importante sostenere il nuovo ateneo e “noi stiamo individuando i mezzi più efficaci per aiutarlo”. L’arcivescovo Warda ha sottolineato che “una delle cose più importanti è stata quella di pregare per il popolo iracheno e di dar voce a che non ce l’ha”.
La prima pietra dell’università è stata posata il 20 ottobre del 2012. L’evento è stato ricordato dall’arcivescovo Giorgio Lingua, nunzio apostolico in Giordania e Iraq, presente alla cerimonia, che definì il progetto “contro corrente perché mentre molti, soprattutto giovani, pensano a lasciare l’Iraq, c’è chi reagisce offrendo loro un’occasione per rimanere e addirittura contribuire al futuro del Paese”.