Lettura
Siamo nel contesto dei discorsi di addio. A Gesù preme che i discepoli, dopo gli eventi della passione, rimangano uniti a Lui, proprio come i tralci lo sono alla vite da cui traggono il vigore per produrre frutti rigogliosi. Israele sa di essere la vigna del Signore, amata con tenerezza e gelosia, ma rompe più volte l’Alleanza e uccide i profeti che lo richiamano alla fedeltà. Quanto Israele non dà a Dio è ridato da Gesù. Egli è la vera vigna, piantata dal Padre, perché porti frutti abbondanti. Da Gesù, infatti, prende vita il nuovo popolo dell’Alleanza: la Chiesa.
Meditazione
Tre sono le parole che esprimono con forza il progetto di Dio per l’umanità: vite, tralci, frutto. L’immagine che ne deriva è molto efficace, tanto quanto quella di san Paolo che paragona la Chiesa a un corpo con molte membra. Oltre alla vite, ai rami e ai frutti, vi è un “agricoltore” che, con particolare cura, coltiva la crescita dell’albero in vista di “frutti” abbondanti: se mancano, il tralcio insecchito lo recide, quello sano lo pota perché produca di più. La Chiesa, prima ancora di essere un’organizzazione visibile, con una gerarchia di servizio, è una vita di grazia che parte dal suo Capo, Gesù, per diffondersi in tutte le membra, come fa la linfa con i rami. Gesù Cristo è quindi il Capo di un’entità spirituale unica, santa, immortale e universale, seppure imperfetta. Ne rallentano lo sviluppo i peccati e i difetti dei suoi membri, specie dei ministri. Ma, permeando Gesù l’intero Corpo e alimentando le membra con la pienezza della divinità, non c’è nessuno che non sia raggiunto dal suo amore che vivifica, fortifica, perdona, risana. La “vitalizzazione” non ha limiti, non conosce eccessi: Cristo è tutto in tutti! Le potature, le prove che Dio permette, sono sempre e solo per la vita: questo lenisce il dolore e consola. Quindi, per l’interconnessione tra il Capo e le sue membra, la Chiesa è veramente il “Corpo mistico di Cristo”. Con tale definizione si percepisce la forza della carità che fa i santi, il valore universale della sofferenza, il danno sociale del peccato, la forza della preghiera, il prodigio dell’essere la Chiesa sempre giovane e rimanere nei secoli un faro di civiltà per l’umanità intera. La Vergine Maria è un membro eminente di questo Corpo; in quanto Madre di Gesù è anche Madre della Chiesa.
Preghiera
Signore, amo la tua Chiesa nella quale sono nato e rigenerato nella grazia. Aiutami a considerarmi un semplice tralcio della tua vite. Quando la lama del tuo coltello penetra nel mio cuore, aiutami a intravedere la bellezza dei frutti che saranno copiosi per poterti dire solo: grazie!
Agire
Voglio riparare, con l’offerta di qualche sacrificio, i peccati contro l’unità della Chiesa e pregare per la santificazione dei suoi membri e dei suoi ministri.
Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it