Il prossimo 24 settembre, vigilia della prima visita di papa Francesco al Palazzo di vetro delle Nazioni Unite, a New York, sarà importante anche per un altro motivo. In quella data, infatti, nascerà ufficialmente l’alleanza urbana dei sindaci per lo sviluppo sostenibile. La decisione è giunta a margine del summit del 22 e 23 luglio svoltosi su iniziativa della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, per individuare risposte efficaci al degrado ambientale e ai fenomeni di sfruttamento dell’essere umano.
Una “Alleanza per lo sviluppo sostenibile urbano”, quella lanciata dagli oltre 70 sindaci partecipanti, che si pone undici obiettivi ben definiti. I firmatari del progetto si impegnano “a lavorare al successo degli obiettivi di sviluppo nelle città e nelle rispettive aree di responsabilità, e a cooperare con altri nel mondo per aiutare tutte le città a rispettare i nuovi obiettivi con successo”. Di qui la decisione di iniziare subito “a lavorare insieme” e a coalizzarsi in questa Alleanza che “sarà aperta, volontaria e partecipativa” per elaborare un piano di lavoro comune.
A prendere la parola, nella giornata di ieri, dopo l’introduzione dell’economista statunitense Jeffrey Sachs, i sindaci di Seoul (Corea del sud), Bogotá (Colombia), Gaborone (Botswana), Stoccolma (Svezia), Johannesburg (Sud Africa), San Francisco e New Orleans (Stati Uniti d’America) e Porto Alegre (Brasile). Vi è stato un coro unanime di preoccupazioni per la situazione socio-ambientale.
Spesso si è fatto riferimento, durante il dibattito, all’enciclica Laudato Si’. “Papa Francesco ha fatto appello ai sindaci affinché assumano la leadership nel superare le crescenti crisi di esclusione sociale, marginalizzazione, degrado climatico – afferma la dichiarazione – . Noi, sindaci e altri partecipanti al simposio, abbiamo ascoltato questo appello. Riconosciamo le terribili minacce alle future generazioni. Dobbiamo agire adesso”.