Il ricorso di Asia Bibi, la donna cristiana condannata alla pena di morte per blasfemia, è stato accettato dalla Corte Suprema del Pakistan. Lo ha annunciato il suo avvocato, dopo la prima sentenza del processo di appello, nel terzo e definitivo grado di giudizio.
Quarantaquattrenne, madre di cinque figli, Asia Bibi si trova nel braccio della morte dal 2010, con l’accusa di aver insultato il profeta Maometto durante una lite per l’acqua potabile con donne musulmane con le quali stava lavorando in un campo agricolo. La sua condanna a morte è stata confermata nell’ottobre scorso dall’Alta Corte di Lahore, capitale della provincia del Punjab, teatro dei fatti. La donna ha sempre negato i fatti e nel novembre scorso ha presentato un ricorso. Oggi tre giudici della Corte Suprema di Lahore hanno accettato di prendere in considerazione il ricorso, respingendo la possibilità di archiviarlo. Nel frattempo, la condanna alla pena di morte è stata sospesa.
Come riferisce l’agenzia di stampa Fides, era presente in aula, Joseph Nadeem, a capo della “Renaissance Education Foundation”, che cura le spese legali e assiste la famiglia di Asia. Egli ha raccontato all’agenzia che l’udienza si è svolta in un clima sereno e che non vi erano leader religiosi islamici né musulmani estremisti presenti in tribunale. Nadeem dichiara a Fides: “Quello di oggi è un passo avanti importante. Siamo molto soddisfatti. Ora è il momento di pregare insieme il Signore di sciogliere i cuori di quanti sono coinvolti in questo caso, inclusi i giudici, e pregare perché sia fatta giustizia e Asia venga rilasciata. Preghiamo perchè Asia sia sempre rafforzata dalla grazia dello Spirito Santo. E preghiamo per la sua liberazione”.