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Auza: “Gli anziani sono una risorsa per la società”

L’Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ONU sollecita un approccio a livello mondiale, che superi il rischio dell’emarginazione della terza età

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L’invecchiamento della popolazione in molte parti del mondo, pone il problema del trattamento e della cura delle persone anziane e il rischio della “cultura dello scarto”. Lo ha sottolineato monsignor Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ONU di New York, durante una sessione delle Nazioni Unite dedicata ai diritti della Terza Età.

Il presule ha esordito citando alcune statistiche: gli ultrasessantenni sono attualmente 700 milioni di persone (10% della popolazione globale), tuttavia il loro numero dovrebbe raddoppiare nel giro di 10 anni.

Ciononostante, ha aggiunto Auza, mancano politiche sociali che tutelino l’anziano e “sistemi di formazione che abbiano un approccio alternativo alla ‘cultura dell’usa e getta’ dominante che giudica gli esseri umani semplicemente per ciò che producono”.

Gli anziani vanno quindi salvaguardati dall’emarginazione e va promosso un “atteggiamento di accettazione” nei loro confronti “per integrarli meglio nella società”. Meglio ancora se essi permangono “all’interno della famiglia, con la garanzia di un’effettiva assistenza sociale per le esigenze maggiori che l’età o la malattia comportano”.

Quanto alle varie convenzioni internazionali e alle legislazioni a tutela degli anziani, l’Osservatore Permanente ha sottolineato che “un approccio basato esclusivamente sul rispetto dei diritti umani non sarà sufficiente se non sarà accompagnato da politiche e programmi che affrontino le cause sottostanti alle violazioni che intendono prevenire”.

Il principio da non dimenticare è che gli anziani “sono una risorsa e punto essenziale di riferimento in un’epoca in cui molti lottano per trovare la loro identità e hanno perso la speranza”. Forti della loro “memoria collettiva” e della “ricchezza delle esperienze”, gli anziani possono essere di sostegno “alle generazioni future, che non devono affrontare le lotte della vita da soli”, ha poi concluso il presule.

 

 

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ZENIT Staff

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