Almeno 30 morti e oltre 100 feriti. È l’impietoso bilancio dell’attentato avvenuto oggi nel giardino di un centro culturale della città turca di Suruc, a dieci chilometri al confine con la Siria. Come reso noto da Izzetin Kucuk, governatore di Sanliurfa, la provincia sudorientale in cui si trova Suruc, una donna si è introdotta nell’area e si è fatta esplodere durante una riunione di circa 300 esponenti della Federazione delle associazioni dei giovani socialisti (Sgdf).
Questo gruppo, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe dovuto partecipare a una spedizione per la ricostruzione della città curda di Kobane, in territorio siriano, sul confine con Suruc. Kobane è stata più volte attaccata dall’Isis, che è stato respinto dei miliziani curdi, supportati dai Peshmerga del Kurdistan iracheno.
E proprio a Kobane, poco dopo l’attentato di Suruc, sarebbe avvenuta un’altra esplosione. Lo riferisce la tv satellitare curda Rudaw, che parla di munizioni saltate in aria. Dell’episodio ha dato notizia anche l’Osservatore siriano per i diritti umani, che però fa riferimento a un’autobomba.
“Siamo sconvolti dal dolore per la morte di 28 cittadini e il ferimento di un gran numero a seguito di un atto di terrorismo”, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in occasione di una visita a Cipro nord. “Per conto del mio popolo, maledico e condanno gli autori di questa brutalità”, ha aggiunto il capo dello Stato turco.