“È opportuno che la comunità internazionale rifletta seriamente sui ‘migranti ambientali’. E’ questo un tema che Papa Francesco ha voluto sottolineare nella sua ultima enciclica Laudato si’ e per noi è un argomento di attualità perché ci troviamo in prima linea ad assistere chi emigra”.
Lo dichiara in una nota suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale della Congregazione delle suore missionarie scalabriniane, in riferimento alle parole del Papa scritte nella sua ultima enciclica che concentra la sua attenzione sulla sostenibilità.
Per Papa Francesco, infatti, “è tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile”. “Seguire l’esempio del beato Giovanni Battista Scalabrini vuole dire analizzare problemi locali e globali insieme, studiandoli e comprendendo come si evolve il mondo delle migrazioni – ha aggiunto la superiora delle Scalabriniane – Noi puntiamo alla sua esperienza che è alla base per un approccio laico e teologico al fenomeno. Le emergenze ambientali, a partire dal riscaldamento globale, stanno cambiando il pianeta. Qui è necessario agire su più fattori: sulle azioni per diminuire l’inquinamento dell’uomo, sul sostegno delle comunità in ginocchio, sulle dinamiche che governano queste migrazioni di massa sulle responsabilità personali”.
“La Chiesa attraverso organizzazioni, congregazioni religiose maschili e femminili, movimenti sta facendo molte azioni ma è necessario che a ciò si concretizzino gli impegni delle istituzioni fatte nel corso del tempo e si attuino scenari globali per evitare l’indifferenza che segnala il Pontefice”, conclude poi suor Neusa.