Sulle ceneri della seconda guerra mondiale, per risollevare le sorti della cittadina toscana di San Miniato, un gruppo di volenterosi si prodigò per gettare la basi di un teatro che andasse incontro al popolo, proponendosi di interpretare le tensioni e le aspirazioni dell'uomo, con rappresentazioni da tenersi negli spazi dove gli uomini si incontrano: le piazze e le chiese.

A distanza di decenni, la Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato, continua a radunare amanti di teatro, e sotto il cielo stellato delle serate estive chiama l'uomo a riflettere sui grandi temi che assillano l'animo. È in questa prospettiva che si colloca Passio Hominis, spettacolo andato in scena in prima assoluta giovedì sera, 16 luglio.

Nelle intenzioni del regista campano Antonio Calenda, la Passione viene riletta, vissuta e raccontata attraverso gli accadimenti del nostro tempo e che ritroviamo nei grandi e tragici fatti del Novecento, dalle guerre al terrorismo. "Tutti i personaggi si colorano di umanità e fanno emergere i dubbi e le contraddizioni che metaforicamente alludono alle umane fragilità in una scena dalle forti densità dialettiche - si legge nel sito della Fondazione -. Attraverso la esemplificazione di elementi iconografici o puramente rappresentativi si è voluta collocare La Passione in forme e luoghi facilmente identificabili, non canonici o tradizionali, in ambienti che potessero favorire l'espressione delle intrinseche sollecitazioni ed esigenze ai fini di una maggiore contiguità fisica tra palcoscenico e spettatore".

Tra gli interpreti, l'attrice Lina Sastri, nei panni di una moderna Madonna piena di pietà. Fino al 22 luglio si ripeteranno le repliche, in un contesto che vede la struttura del palco circondare gli spettatori, veramente "inseriti" all’interno della storia.