Civil unions between homosexuals

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Le unioni civili? Un salasso per le casse dello Stato

Il Nuovo Centrodestra chiede una relazione tecnica per il calcolo dei costi del Ddl Cirinnà. Si parla di oltre 3 miliardi, quanto l’Imu sulla prima casa

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Una gettata d’acqua gelida che spegne i bollenti entusiasmi estivi sul ddl Cirinnà. È con questa metafora che si potrebbe descrivere la richiesta del Nuovo Centrodestra, pervenuta al Ministero dell’Economia, di calcolare l’impatto sui conti pubblici di assegni familiari e assegni di reversibilità che le unioni civili causerebbero alle casse dello Stato.

Al termine di una riunione dei capigruppo al Senato, Partito Democratico e Sel avevano chiesto la calendarizzazione in Aula del testo, ad oggi fermo in Commissione Giustizia a Palazzo Madama. È a questo punto che il Ncd ha posto l’obiezione: prima di procedere, il ministero dell’Economia deve fornire una relazione tecnica per il calcolo dei costi.

Il Pd, che si sente ora irretito, ha dettato un termine stringente per il provvedimento, come testimonia il capogruppo Luigi Zanda: “Abbiamo detto – le sue parole al termine della riunione – che non potremo aspettare altre 48 ore, massimo tre giorni per la relazione tecnica. La Commissione deve accelerare il più possibile i suoi lavori per mandare il ddl in Aula già alla fine della prossima settimana”.

Le speranze del Pd rischiano fortemente di restare deluse. Il ministro dell’Economia Padoan, infatti, è impegnato in queste ore, insieme ai suoi colleghi degli altri Paesi dell’Unione europea, a cercare una soluzione per il prestito da erogare alla Grecia al fine di consentire al Paese di onorare la rata dei soldi che deve alla Banca Centrale Europea il 20 luglio.

Nonostante la questione greca e nonostante l’ingorgo di provvedimenti già fermi al Senato, Monica Cirinnà, relatrice del testo, continua a sciorinare ottimismo. Si dice convinta che “dalla prossima settimana si potrà iniziare a votare”, giacché “non c’è mai stato alcun rallentamento, ma il puro e semplice rispetto dell’iter parlamentare”. Ma a smorzare la fretta della Cirinnà ci pensa, anche con le dichiarazioni dei suoi esponenti, lo stesso Ncd, diventato per altro indispensabile alla tenuta del Governo.

Gli ex ministri Maurizio Sacconi e Carlo Giovanardi, entrambi senatori del partito guidato da Angelino Alfano, insieme al capogruppo di Area Popolare Renato Schifani, invitano a considerare con molta cautela il voto su di un provvedimento che potrebbe avere effetti importanti sulle casse dello Stato.

“Le unioni civili si trasformano in un costo perché estendono alle coppie omosessuali la reversibilità delle pensioni, gli assegni familiari e introducono nuovi oneri anche per i datori di lavoro sotto forma, per esempio, di congedi”, spiega Giovanardi a Libero. Lo stesso quotidiano diretto da Maurizio Belpietro conteggia in 3 miliardi e 464 mila euro il costo che questo nuovo istituto provocherebbe alle casse statali.

La stima (di massima) è stata ottenuta in base a due dati. Uno è l’ultimo censimento Istat (del 2011): circa un milione di persone si è dichiarato omosessuale. L’altro, più preciso, è la pensione media di reversibilità: 533 euro al mese. “Moltiplicando la reversibilità media mensile per tredici e questo dato per cinquecentomila, cioè metà della popolazione omosessuale italiana dichiarata, si arriva a quasi tre miliardi e mezzo – si legge sul pezzo di Libero -. La cifra è clamorosa: equivale, per dire, all’Imu sulla prima casa o al valore di un punto di Iva”.

Va detto, tuttavia, che la cifra diventerebbe “piena” solo tra diversi anni, poiché la pensione di reversibilità viene assegnata quando uno dei due partner muore, e che non tutti gli omosessuali stimati ricorreranno all’unione civile. Motivo per cui Giovanardi preferisce non parlare di stime, ma resta comunque dell’avviso che “questa legge possa dare luogo ad abusi, truffe, matrimoni di comodo”. Pertanto – gli fa eco Sacconi – il Governo “ha il dovere di produrre una approfondita valutazione tecnica su un provvedimento che con il modello antropologico vuole cambiare quel modello sociale che solo per i familiari a carico e i superstiti costa oltre 50 miliardi ogni anno. E la copertura va riferita ad ‘almeno’ dieci anni”.

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Federico Cenci

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