Archbishop of Canterbury Justin Welby

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Church of England: "Riscaldamento globale colpisce i poveri in modo sproporzionato"

Concluso il sinodo sulla giustizia ambientale, in vista del vertice di Parigi: i vescovi anglicani chiedono un’azione urgente contro i cambi climatici, a livello individuale e istituzionale

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Riguardo alla questione del clima, “siamo in un momento nel quale percepiamo che il corso degli eventi va in una nuova direzione”. Lo ha sottolineato ieri l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, a conclusione del sinodo della Church of England, i cui lavori si sono concentrati sulla giustizia ambientale in vista del prossimo vertice di Parigi (Cop21). 

Secondo il primate della Comunione anglicana, la Chiesa deve guardare verso l’esterno per affrontare la questione del cambiamento climatico. Fortunatamente, ha aggiunto, su tale emergenza si sono levate le voci di Papa Francesco che con la sua nuova enciclica Laudato Si’  “ha cambiato l’approccio e il pensiero della gente”, e quella del patriarca ecumenico Bartolomeo, “per molti anni uno dei più importanti esperti mondiali in questo settore”, il quale “continua a lavorare in maniera estremamente efficace”.

Tuttavia “è necessaria un’azione urgente per affrontare il cambiamento climatico”, anche perché – sottolineano i vescovi anglicani nel documento approvato dal sinodo, dal titolo Combating Climate Change. The Paris Summit and Mission of the Church – “il riscaldamento globale sta colpendo in modo sproporzionato i più poveri del mondo”.

Sono loro – scrivono i presuli – “i più vulnerabili quando si affrontano le tempeste, l’innalzamento del livello del mare, le inondazioni e le siccità. Le nostre vite sono interconnesse. Ciò che è male per i nostri vicini è un male per tutti noi”. Lanciano quindi un forte appello ai leader mondiali affinché individuino nuovi strumenti per limitare l’aumento globale della temperatura media a un massimo di due gradi. Oltre tale soglia – affermano – gli effetti dei cambiamenti climatici saranno più gravi. 

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ZENIT Staff

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