“L’educazione sportiva e lo studio della musica sono state per centinaia di anni le fondamenta dell’educazione classica dei giovani, oggi invece nelle scuole si fa poca educazione fisica e quasi niente di insegnamento musicale”. Con queste parole inizia il capitolo del libro “Campioni di Vita” (coed. ZenitBooks – Ares) in cui Lorenzo Porzio racconta della sua vita.
Lorenzo Porzio è un campione olimpico nel canottaggio: campione del mondo e medaglia di bronzo alle olimpiadi di Atene 2004. E ancora, ha vinto un oro e un argento ai mondiali under 23; un oro, quattro argenti e un bronzo nella competizione della Coppa del Mondo; diciotto ori, quattro argenti e due bronzi ai campionati italiani. Ma Porzio non è solo un campione di canottaggio ma anche un pianista, concertista, compositore e direttore di orchestra. È anche direttore del Narnia Festival. ZENIT lo ha intervistato.
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Che ci fa un campione olimpico di canottaggio al Narnia Festival?
Forse era il caso di dire cosa ci ha fatto per 15 anni consecutivi un musicista in nazionale di canottaggio! (Sorride). Mi sono sempre sentito un musicista prestato al canottaggio concependo quest’ultimo come una fase passeggera della mia vita, se pur importantissima a livello formativo caratteriale, ma pur sempre una fase. Lo sport inteso come palestra di vita, la musica come la mia vita. Oggi mi sento un atleta della musica…..
Quando è iniziata la sua passione per la musica?
Ero bambino, 5-6 anni, i miei genitori ascoltavano opera e io origliavo e mi appassionavo! A 7 anni cominciai lo studio del pianoforte e a 11 anche quello dell’organo. Mi accorsi subito che la musica era un mezzo di comunicazione che sembrava fatto su misura per me. Grazie al pianoforte riuscivo a vincere la mia timidezza e ad esternare ciò che provavo. Cominciai a scrivere musica a 13 anni e a sognare di diventare un direttore d’orchestra…
Come ha fatto a coniugare la pratica sportiva con la passione musicale?
Il segreto è stata la passione, coniugare le due cose che ti piacciono di più è un piacere, non conoscevo limiti. Avere poi la fortuna di fare diventare i due tuoi amori anche il tuo lavoro e la tua attività principale è da uomini fortunati e privilegiati. Certo ho dormito poco, cercavo di sfruttare e di gestire al meglio il mio tempo. Mi organizzavo per avere sempre, anche nelle lunghe trasferte all’estero, un pianoforte per studiare e per prepararmi gli esami in conservatorio. In ogni luogo dove andavo la prima persona che andavo ad “importunare” era il parroco della chiesa del luogo: io gli suonavo alle messe domenicali, lui mi faceva studiare sull’organo. Quanti ne ho suonati!
Nella Grecia classica lo sport e la musica erano discipline alla base della formazione dei cittadini. Possono contribuire oggi a realizzare un nuovo umanesimo?
Musica e sport potrebbero e dovrebbero essere due mezzi, o meglio due arti, alla base della formazione di una persona. Potrei elencare una infinità di valori sani e positivi che un uomo può apprendere da queste discipline. Tutte e due servono prima di tutto per diventare uomini migliori, poi grandi campioni, concertisti, etc. Il mio rammarico è vedere però come nella nostra società, e in particolare nella nostra nazione, la musica e lo sport siano praticati solo marginalmente nella scuola e come i genitori molto spesso non insegnino ai figli i veri obbiettivi della pratica sportiva e musicale.
Che cos’è il Narnia Festival e perché lei consiglia di parteciparvi?
Il Narnia Festival è un momento di aggregazione di tanti giovani provenienti da tutto il mondo, dove grazie alla musica e all’arte in generale, attraverso lo scambio di culture ed esperienze diverse, possono confrontarsi, conoscersi, aiutarsi, collaborare, crescere e divertirsi. Il tutto in maniera sana, profonda, sincera e appassionata, caratteristiche peculiari della musica. Ogni sera un grande spettacolo, dalla musica classica a quella operistica, dal tango al flamenco, dal jazz a quella leggera e contemporanea. Grandi ospiti, eccellenti musicisti e importanti orchestre danno vita ogni sera ad entusiasmanti spettacoli (tutti gratuiti) in una cornice da sogno che è la magica città di Narni.
Di recente il papa emerito Benedetto XVI ha ricevuto una laura honoris causa da parte della Pontificia Università “Giovanni Paolo II” di Cracovia e dell’Accademia di Musica di Cracovia. Nel corso delle cerimonia ha spiegato che nella morte e nell’amore la musica porta alla bellezza di Dio. Qual è il suo parere in proposito?
Concordo con Benedetto XVI, figura che ho sempre stimato molto per la sua preparazione filosofica e teologale, nonché esperto di musica e anche buon pianista. La musica, come tutte le arti, è un mezzo di espressione, un modo per esternare i propri sentimenti. Da sempre i tre argomenti ai quali l’uomo ha continuamente cercato di dare una risposta, dai quali è sempre stato attirato, coinvolto ed ispirato, sono la vita, la morte e il divino. Aggiungerei però un quarto elemento che fa da collante tra i primi tre e che in un certo qual modo è il motore di tutto, nonché l’alfabeto dei nostri sentimenti, cioè l’amore. Quando un artista insegue delle risposte sulla vita, la morte e il divino, quando viene insomma a contatto con esse, e soprattutto trae le sue conclusioni utilizzando il linguaggio dell’amore, allora la sua opera è meravigliosa e diventa un tassello dell’infinita bellezza di Dio.
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Per conoscere meglio la storia di Lorenzo Porzio e di altri campioni di vita, si consiglia la lettura del libro:
“Campioni di vita” – edito da Zenit Books e Ares,
Per chiederne una o più copie potete scrivere a zenitbooks@zenit.org
Si può inoltre trovare in libreria e al Narnia Festival, il 28 di luglio, dove sarà presentato da Abdon Pamich, Lorenzo Porzio, Santo Rullo e Vincenzo Cantatore.