Appena appresa la notizia della morte dell’amico fraterno ho immediatamente pensato che con lui se ne è andato un uomo che ha raccolto la più grande tradizione intellettuale e morale dello spirito e della storia ambrosiana.
Una grande intelligenza teologica, una delle più profonde e delle più vaste dell’ultimo secolo, raccolta attorno al grande tema del “Cristocentrismo” assoluto, la centralità assoluta di Cristo come redentore dell’uomo e del mondo, centro del cosmo e della storia.
Da questa consapevolezza sgorgava una visione ampia e concreta della realtà e del cristianesimo a cui ritornava spesso recuperando la grande lezione di sant’Ambrogio e di san Tommaso d’Aquino.
Il suo pensiero ha spaziato su tutti i grandi temi della fede cattolica, in particolare sul mistero della Santa Chiesa. Da cardinale condusse la diocesi di Bologna con una chiarezza ideale e con una capacità pastorale che lo segnalano tra i più grandi vescovi di questa nostra epoca.
Viveva l’amore appassionato alla Chiesa e al popolo di Dio con una visione profonda della vita sociale, che solo se è illuminata dall’esperienza della fede – e animata dalla testimonianza dei cristiani – può sfuggire alla tentazione di assolutizzarsi, cioè di diventare fonte di dominio sull’uomo e sulla sua verità.
Lontano dalla mentalità dominante, che si lascia misurare dall’opinione pubblica, il cardinale Biffi diceva: “Il mio problema è cosa pensa di me Dio, cosa pensa di me la Chiesa, e cosa pensa di me il Papa”.
L’ho visto l’ultima volta qualche settimana fa, subito dopo l’amputazione della gamba, e silenzioso mi ha guardato con occhi vivi, lucenti, interessati, appassionati, sottolineando con l’approvazione della testa quello che andavo dicendo o con un diniego quando emergevano posizioni inassimilabili alla nostra posizione obiettivamente ortodossa.
Il cardinale Biffi è stato certamente un grande uomo di Chiesa, e questo risulterà sempre più evidente con il passare del tempo. Onore quindi – come si diceva una volta – a lui e alla sua straordinaria testimonianza di fede, di cultura e di paternità pastorale.