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Sandri: "Occidente 'anestetizzato' a violenze contro cristiani in Medio Oriente"

Il prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali ha celebrato una Messa con la comunità caldea di Bruxelles, nella Chiesa di Santa Teresa

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Dopo la Messa di ieri per la solennità di San Benedetto abate e patrono d’Europa, celebrata presso l’abbazia di Chevetogne, il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, ha voluto incontrare le comunità cattoliche orientali presenti a Bruxelles. In particolare, “quelle che sono più segnate dal dolore per quanto accade nei loro territori di origine”. 
 
Il porporato ha quindi celebrato una Messa con la comunità caldea, nella chiesa di santa Teresa, per mettere “sul santo altare del Signore, insieme al pane e al vino”, l’intera chiesa patriarcale di Babilonia dei Caldei, cominciando dal suo Capo e Padre, il patriarca Louis Raphael I Sako, fino a tutti i fedeli, in Iraq, nel Medio Oriente e nei paesi della diaspora. 
 
“Questa comunità – ha detto Sandri, rivolgendosi direttamente ai caldei di Bruxelles – reca in sè i segni e le ferite del dolore e della persecuzione: se non quella subita direttamente, quella ben conosciuta attraverso i racconti e le testimonianze di coloro che sono in Iraq, ormai da un anno a convivere con la follia violenta del Daesh (acronimo arabo per definire lo Stato Islamico ndr), o di quelli che sono sfollati in altri paesi del Medio Oriente o sono giunti, magari anche qui in Belgio”. Come le centinaia di persone giunte venerdì sera dalla città martire di Aleppo, in Siria.
 
L’invito del cardinale è stato dunque a “riscoprire ogni giorno il tesoro prezioso della fede apostolica, la gioia di sentirsi in comunione col Successore dell’Apostolo Pietro, il nostro amato Papa Francesco, che tanto desidererebbe poter andare in visita nei Paesi da dove provenite e in molte e diverse occasioni ha levato la sua voce in difesa della dignità della persona umana e dei fratelli perseguitati in Medio Oriente e nel mondo. Davvero la sua presenza e la sua parola sono come l’ombra dell’apostolo Pietro descritta nella prima lettura: il suo passaggio reca sollievo e refrigerio ai poveri, ai sofferente e agli esclusi”, ha affermato il capo Dicastero.
 
E ha insistito nel chiedere preghiere per il mondo intero, “perchè la violenza e lo sterminio anche contro i nostri fratelli cristiani sono davvero diventati come uno spettacolo dinanzi al mondo, agli angeli e agli uomini. Come non pensare – ha domandato Sandri – alle terribili immagini di decapitazioni, alle persone bruciate vive nelle gabbie, ai 21 fratelli cristiani copti sgozzati sulle rive del Mediterraneo? O ai filmati che fanno vedere le chiese di Aleppo saltare in aria per i tunnel scavati al di sotto e riempiti di esplosivo? O alla scena più recente nella quale a dare la morte ai prigionieri sarebbero stati dei ragazzini, che hanno visto così violata la loro dignità, come accade anche in Africa con il dramma dei bambini soldato?”. 
 
“Signore abbi pietà di noi! Signore converti il cuore degli uomini!”, ha esclamato il prefetto delle Chiese Orientali, constatando che “purtroppo alcune di queste immagini che passano sui teleschermi ci hanno come anestetizzato”: “in Occidente  può capitare di ‘fare zapping’ passare da un canale all’altro, mischiando le immagini vere che ho sopra descritto con quelle artificiali ma non meno cruenti di film e telefilm. Poi si spegne il televisore, e la vita prosegue come se non ci riguardasse!”. 
 
A Dio, il porporato ha dunque domandato di rivolgere lo sguardo alla umanità di oggi, “che spesso abbassa la propria dignità al di sotto di quella degli animali stessi, facendo violenza e distruggendo il fratello! Liberala da ogni legame che la tiene stretta ad alleanze di convenienza di cui fanno le spese i piccoli e i poveri; falle sentire la sete di te, che sei la vera vita, e donale di mettersi in cammino per cercarti e lasciarsi dissetare. Ce lo testimoniano i nostri fratelli cristiani in Medio Oriente e in tutti luoghi nei quali sono perseguitati: essi stanno ripetendo l’esperienza degli apostoli, riassunta così bene da san Paolo. Partono in una notte dalla Piana di Ninive senza nulla indosso, sono profughi, eppure la loro speranza non è incatenata!”.
 
Tuttavia il Signore, ha concluso il cardinale, “vedendoli all’ultimo posto del banchetto, vedendoli ciechi, storpi e zoppi, passa e li chiama per stare davanti al suo banchetto e si metterà a servirli. Tutti coloro invece che si sentono primi e hanno occupato i posti davanti, li farà passare più indietro”. 
 

 
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ZENIT Staff

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