La Magna Charta della Chiesa

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 6,7-13

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Lettura

Possiamo pensare che Gesù abbia inviato i Dodici in missione a più riprese, dando di volta in volta istruzioni in rapporto alla loro vocazione. Dopo averli scelti perché stessero con lui, ora li manda a predicare in povertà, ma “a due a due”, secondo l’usanza ebraica, per dare più autorità all’annuncio. Li rende partecipi del suo potere sugli spiriti immondi. Devono avere un bastone che, pur essendo solo di legno, in mano a Mosè aveva aperto il mar Rosso (Es 14,16) e fatto scaturire nel deserto l’acqua dalla roccia (Es 17,5). Prefigurando il legno della croce, il bastone della povertà è capace di spaccare il cielo, per aprire all’uomo i segreti di Dio (Mc 15,38).

Meditazione

Siamo di fronte alla Magna charta della Chiesa: Gesù, che la vuole povera in tutto e per tutto, vista l’urgenza dell’annuncio, invia i suoi apostoli in missione con l’ingiunzione di non caricarsi di bagagli e pesi inutili: neppure un pezzo di pane, visto che l’operaio ha diritto alla sua mercede; neppure la bisaccia, perché Dio è la Provvidenza che nutre e veste a festa gli uccelli del cielo e i fiori del campo. Il discorso di Gesù è radicale, vista la forte tentazione di sempre di fare affidamento più sui mezzi materiali che spirituali. Ciò vale sia per il singolo fedele, sia per la Chiesa che deve evangelizzare con questo spirito di povertà, chiamata soprattutto ad una missione ultraterrena, l’unica capace di promozione umana e di sviluppo sociale. È stato scritto: «Per la povertà della nascente Chiesa celebravasi ne’ calici di legno ed i cuori de’ sacerdoti eran d’oro poich’accesi della divina carità; ora celebramo ne’ calici d’oro, ed i nostri cuori sono di ferro» (M. Maresca, Manuale sacerdotale, 1755): un’affermazione che fa meditare! I Padri della Chiesa come il Magistero, interpreti fedeli del Vangelo, insistono che essa deve essere povera e per i poveri. Ovviamente, questi non vivono di soli conforti spirituali. È un dovere sovvenire alle loro necessità non demonizzando il denaro quando è utilizzato per il bene: lebbrosari, scuole, missioni, opere di solidarietà, strutture varie, vivono con gli aiuti della Chiesa. Una Chiesa è povera quando fa un uso trasparente dei suoi beni. «Mentre adorni l’ambiente del culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre. Questi è un tempio vivo più prezioso di quello» (san Giovanni Crisostomo).

Preghiera

Libera, o Signore, la tua Chiesa dai lacci del potere e del denaro; rendila risplendente delle virtù dell’umiltà e della povertà. Fa’ che scompaia dal mondo lo scandalo di chi sta troppo bene e di chi sta troppo male. Tu sei l’unica ricchezza della vita.

Agire

Guardare il mio prossimo con lo sguardo di Gesù ed aiutarlo con un gesto di amore e di attenzione. Vivere e spendere con sobrietà.

Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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