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Giovani si diventa

“While We’re Young”, con Ben Stiller e Naomi Watts, affronta in modo appassionato temi importanti come il rapporto con la realtà e il valore insostituibile dell’amore coniugale

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Josh e sua moglie Cornelia hanno superato i quarant’anni. Lui è un documentarista ma la sua ultima opera, che lo sta impegnando da ormai otto anni, non è ancora finita. Cornelia lavora come produttrice per suo padre Leslie, un affermato documentarista. La loro vita scorre tranquilla ma è rattristata dalla mancanza di figli e lei, dopo due gravidanze difficili senza successo, ha cessato di sperare. Per questo motivo non si trovano in piena sintonia con i loro amici di vecchia data Fletcher e Marina, totalmente assorbiti nell’accudire la loro piccola figlia. Un’insolita sintonia si stabilisce invece con la coppia Jamie e Darby, di vent’anni anni più giovane: Josh e Cornelia ritrovano, grazie a loro, vivacità e spirito di iniziativa, partecipando agli eventi più “in” di New York. Anche Darby è un documentarista e Josh lo ammira per la sua capacità assorbire velocemente tutte le novità senza essere un perfezionista come  lui. In realtà la situazione è alquanto diversa….

La prima impressione, alquanto netta, che si ricava dalle prime sequenze, è quella di trovarsi di fronte a un film di Woody Allen. Ce lo suggerisce l’ambientazione newyorkese, il fatto che tutti i  protagonisti siano degli intellettuali, il gusto per la conversazione arguta (Ben Stiller va benissimo come alter-ego di Woody), senza contare una certa disinvoltura, ma il tema è appena accennato, negli scambi di coppia. Man mano che il film progredisce, il tema che sembra prendere il sopravvento è quello del confronto generazionale. Josh è in piena crisi creativa, bloccato nel suo perfezionismo; costretto a sentirsi dire dal suo medico, che a 44 già soffre di artrite mentre Cornelia apprezza la libertà di cui dispone per non avere figli ma un fondo di malinconia vena la sua esistenza. Sul fronte opposto ci sono Jamie, aspirante cineasta e Darby  che assorbono avidamente e indistintamente tutto ciò che la vita offre loro, dalle ultime mode al gusto per il vintage. Contagiati dal confronto, Josh e Cornelia, cessano di essere la coppia che “va a letto alle 11” e accettano di partecipare con loro ai festini Street Beach, alle cerimonie Ayahuasca (nel contesto di un liturgia pseudo-indiana, si beve un intruglio drogato che fa vomitare, per liberare l’anima dagli spiriti malvagi). Mentre Cornelia segue Darby iscrivendosi a una scuola di ballo hip-hop, Josh decide di muoversi per New York solo in bicicletta. Il terzo volto del film si presenta subito dopo ed è quello del thriller. Josh, messo sulla strada da alcuni indizi, sospetta che l’amicizia di Jamie sia tutt’altro che spontanea, ma voluta per riuscire ad avvicinare il suo illustre suocero. Solo verso la fine, il film mostra il suo aspetto più interessante e profondo. Lo sconto generazionale (le generazioni sono tre, incluso il padre di Cornelia, Leslie) diventa un confronto d’idee sull’etica dell’immagine, sul modo di percepire e presentare la realtà.

Un  confronto che si sviluppa su due piani: da una parte il discorso ad effetto e di pura circostanza di Leslie durante la serata a lui dedicata: “noi abbiamo conosciuto la verità non dicendovi quello che pensavamo ma facendo in modo che il mondo si rivelasse a noi da se stesso…”, dall’altra lo scontro fra Darby, colpevole di aver modificato la realtà per renderla più cinematografia, e Josh, che da anni insegue la purezza dell’obiettività. Entrambi cercano il successo ma Josh ancora rispetta il mondo che ha davanti a se, mentre Darby lo manipola per piegarlo ai suoi desideri. La loro distanza è anche più profonda e verte sul senso stesso del possesso. Darby, che appartiene alla generazione di Twitter, Facebook, Youtube, è abituato condividere tutto indistintamente: “nessuno possiede nulla ma se una canzone mi piace diventa mia” afferma. Per John questo non è condividere ma rubare. Per lui la realtà ha un’esistenza a se stante che va rispettata e protetta. Il vecchio Leslie, chiamato a fungere da mediatore, risponde nel peggiore dei modi, cioè relativisticamente: “perché le cose debbono per forza essere in un modo o nell’altro? Le cose cambiano”.

Josh ne esce sconfitto ma in un modo che non riveliamo, manifesta il suo modo migliore per dimostrare che non si accontenta di una realtà costruita a sua misura ma rispetta quella che gli sta innanzi: in questo caso  l’amore per sua moglie: “è difficile trovarmi ogni giorno davanti a me qualcosa di grande e doverlo ammettere.”

Il regista e sceneggiatore Noah Baumbach  sviluppa il suo racconto  con grande attenzione ai dialoghi e al confronto caratteriale e ideologico dei personaggi (meno riuscite le figure femminili) e riesce ad affrontare in modo appassionato e appassionante temi importanti come il nostro rapporto con la realtà.

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Titolo Originale: While We’re Young
Paese: USA
Anno: 2014
Regia: Noah Baumbach
Sceneggiatura: Noah Baumbach
Produzione: SCOTT RUDIN PRODUCTIONS
Durata: 97
Interpreti: Ben Stiller, Naomi Watts, Adam Driver, Amanda Seyfried, Charles Grodin

Per info: http://www.familycinematv.it/

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Franco Olearo

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