Lettura
Nei tre anni di vita pubblica, Gesù ha formato i suoi apostoli. Egli sapeva perché li aveva scelti e chi erano quelli che dovevano portare al mondo il messaggio della Buona Novella. Per quanto mediocri e di umili origini, erano consapevoli di essere chiamati a una missione coraggiosa: strada facendo, annunciare a tutti che il Regno dei cieli è vicino, testimoniarlo con segni prodigiosi, un solo vestito e sandali ai piedi, portare a tutti la pace e, nel caso, affrontare l’offesa del rifiuto. L’impresa è eroica ma, nel disarmo dei soldati, la vittoria è sovrumana.
Meditazione
La Chiesa deve sentirsi sempre in stato di missione. Per costituzione essa è una comunità missionaria e ogni cristiano è chiamato a prendere parte attiva all’opera di evangelizzazione del mondo, per quanto con compiti e modalità diverse. Papa Francesco nella Evangelii gaudium scrive: «L’intimità della Chiesa con Gesù è un’intimità itinerante, e la comunione si configura essenzialmente come “comunione missionaria”. È vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura» (n. 23). Si può quindi distinguere, ma non si deve separare la Chiesa in stato di missione perenne dalla Chiesa in stato di preghiera o di azione sacramentale. Un apostolato che misconosca il valore essenziale della preghiera e della vita interiore è votato alla sconfitta. In ogni caso, Gesù non mette nessuno in stato di quiescenza per raggiunti limiti di età. Il modello giovanilistico non dovrebbe essere della Chiesa. Il rinnovamento che sovrasta le strutture consiste nella giovinezza di spirito, nella freschezza dell’annuncio e nella capacità della Chiesa di favorire la risposta positiva di tutti quelli che sono raggiunti dall’amore di Dio e ai quali Gesù offre la sua amicizia. Nell’annunzio, Gesù, per vie inusitate, raggiunge l’uomo; la libertà esiste per decidere nei riguardi di Dio perché da lui siamo stati creati e in lui solo è il nostro gaudio. A questo livello c’è la libertà e la responsabilità della nostra risposta. La fede è una cosa seria: è una risposta coraggiosa, che mal si coniuga con un relativismo contemporaneo che equipara tutte le convinzioni, le religioni, le culture, senza offrire nessun criterio di verità. Il credente sa che la Verità piena esiste e che abita nell’uomo interiore. Un uomo lontano da Dio è lontano anche da se stesso.
Preghiera
La tua presenza mi avvolge; il tuo amore mi trasforma; la tua luce mi guida. Che il mio spirito viva sempre di te e, nell’oggi eterno del tuo presente, la mia vita quotidiana sia il momento in cui tu ti riveli misteriosamente operante nel mondo.
Agire
Voglio essere particolarmente caritatevole verso coloro che mi dileggiano per la mia fede, offrendo, con la mia vita, il vero volto di Cristo.
Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it