“L’imposizione del gender nelle scuole non è una invenzione, ma una realtà sperimentata da migliaia di genitori, di studenti e di docenti. Ogni tentativo di mascherarlo o peggio di negarlo dimostra la mala fede dei negazionisti: infatti se il gender non esiste, allora smettete di insegnarlo nelle scuole”. È quanto ribadisce in un comunicato stampa, il Comitato “Difendiamo i nostri figli, come premessa alla propria proposta in merito al contestato art. 16 del ddl sulla “buona scuola”.
Ricordando che l’insegnamento del gender è “il risultato di orientamenti ‘culturali’ dominanti, di indicazioni europee, di scelte dei governi italiani – in primis il governo Monti, con la direttiva Fornero, concordata esclusivamente con l’associazionismo LGBT”, il Comitato ravvisa nel ddl recentemente approvato al Senato e da stasera in discussione alla Camera dei Deputati, una “continuità con un’azione che ha già provocato forti disagi nelle famiglie e nelle aule scolastiche”.
Prendendo atto della promessa del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, di tradurre in una circolare l’espunzione dell’insegnamento del gender, il Comitato auspica che “il ministro e, per suo tramite, il governo, mantengano le promesse fatte al popolo di piazza San Giovanni e vadano oltre un semplice atto amministrativo puntando a tradurre quell’impegno in una norma di legge, da inserire in un provvedimento di imminente approvazione”.
Non essendo però ancora stata varata nemmeno detta circolare, i rappresentanti del Comitato affermano “col massimo della chiarezza che se le istituzioni ritengono che Difendiamo i nostri figli sia un fuoco di paglia e che basti far trascorrere un po’ di tempo con blande assicurazioni per riprendere come prima, sappiano che la manifestazione del 20 è solo il punto di inizio di una mobilitazione capace di portare in piazza milioni di persone e di famiglie, e al tempo stesso di ragionare e di esporre argomenti ovunque sia possibile”.