Il Comitato Difendiamo i nostri figli, nato per la specifica occasione della manifestazione dello scorso 20 giugno in piazza San Giovanni, diventa un organismo permanente.
Lo scopo è quello di “mantenere alta l’attenzione pubblica sui temi della educazione dei figli, della difesa dei loro diritti – prima di tutto quello a crescere in una famiglia con un padre e una madre”, si legge in un comunicato stampa del Comitato.
“Proprio per quella piazza che ancora abbiamo tutti nel cuore, noi che l’abbiamo organizzata e quelli che l’hanno generosamente riempita, abbiamo capito che non possiamo lasciare da sole le famiglie che chiedono aiuto, consapevoli della grande partita culturale che si sta giocando sulle teste dei loro figli”, dichiarano gli organizzatori della manifestazione.
Con una struttura sempre a loro disposizione, i genitori italiani potranno dunque “informarsi” e sapranno come muoversi “se percepiscono che, per esempio a scuola, i loro ragazzi sono fatti oggetto di un indottrinamento nell’ideologia gender”.
Le mamme e i papà rimarranno quindi i principali responsabili dell’educazione dei loro figli e diventeranno l’avamposto di una “battaglia culturale, che cercherà di giocare le sue carte anche tenendo alta l’attenzione sui politici, sapendo però che è nelle case che si svolge la resistenza più importante”.
Mantenendo una “struttura necessariamente ristretta per poter essere operativo”, il Comitato si aprirà comunque al contributo di “movimenti, associazioni, spiritualità, singoli che vogliano dare una mano”.
Con “mezzi risibili”, il Comitato permanente cercherà di “arginare la marea di una cultura che a momenti sembra avere la meglio” e che mette “in gioco l’idea stessa di uomo”.
Ringraziando tutte le famiglie (molte delle quali con figli piccoli) che hanno fatto “sacrifici” per venire alla manifestazione a Roma, il Comitato conclude dichiarando: “È grazie a voi che adesso la nostra piazza può mettersi con autorevolezza nel dibattito pubblico, e anche dialogare con la politica perché produca leggi a difesa dei bambini, con la forza data da un evento dalla portata storica, di cui non si ha memoria negli anni recenti del nostro paese”. [L.M.]