Tomb of Pier Giorgio Frassati in Turin Cathedral

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Pier Giorgio Frassati, testimonial di una Chiesa “in uscita”

Avviato ieri l'”Anno Frassatiano” per celebrare i 90 anni della morte e i 25 della beatificazione del giovane di Azione Cattolica, modello di fiducia e audacia evangelica per le giovani generazioni d’Italia

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Sono in programma iniziative in tutta Italia – ma anche in Argentina e in Polonia – per celebrare l’Anno Frassatiano in memoria del Beato Pier Giorgio Frassati, il “giovane delle otto beatitudini”, a 90 anni dalla morte avvenuta a Torino il 4 luglio 1925 e a 25 dalla beatificazione. L’Azione Cattolica Italiana, il Forum Internazionale di Azione Cattolica e la Fondazione Ac Scuola di Santità Pio XI ricordano il Beato, citato anche da Papa Francesco durante la sua recente visita a Torino, quale “modello di fiducia e di audacia evangelica per le giovani generazioni d’Italia e del mondo”, esempio di cosa significhi ” vivere e non vivacchiare”. 

Frassati era ed è tuttora il testimonial perfetto di una Chiesa che cammina nelle periferie esistenziali dell’umanità contemporanea. La sua testimonianza scalda i cuori e motiva i giovani ad un servizio generoso e appassionato per il prossimo. La sua regola di vita, “lasciarsi coinvolgere”, è un monito contro l’indifferenza e l’isolamento. Specialmente per le nuove generazioni, che quotidianamente si misurano con le tante insicurezze che minacciano la loro capacità di sognare il futuro, nell’opacità del disinteresse per il bene comune, il Beato è esempio di persona che costruendo la sua vita sulla libertà ha saputo dimostrare che, in poco tempo, si possono raggiungere mete alte.

Ad aprire le celebrazioni, ieri, la Santa Messa presso il Santuario della Consolata, organizzata dall’arcidiocesi di Torino. Tra i vari appuntamenti di associazioni, movimenti e congregazioni dedicati alla figura del Beato, si inserisce poi quello dell’Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile che, in collaborazione con l’Azione Cattolica, dedicherà il consueto convegno annuale sulla pastorale giovanile, il 3 ottobre 2015, al Beato e ai temi del servizio e dell’attenzione agli ultimi che abitano le “periferie” a lui tanto care.

Il giovane, in particolare, amava profondamente la montagna e le sue sfide. Egli affermava che la santità non era infatti una vetta irraggiungibile; non un sentiero per pochi, ma un sentiero che ognuno può percorrere con i mezzi del quotidiano, di una vita normale ma ancorata a ideali alti. E proprio sulla scia di questo invito alla spiritualità autentica della montagna si terranno iniziative sui 22 sentieri italiani, i cosiddetti «Sentieri Frassati», rete realizzata da gruppi locali con il Club alpino italiano d’intesa con Azione cattolica e l’associazione Giovane Montagna. 

Gran parte degli appuntamenti si svolgono oggi, in contemporanea, in diverse regioni d’Italia: in Valle d’Aosta, la diocesi di Piacenza- Bobbio porta in estate i suoi ragazzi a Fiery e Resy; in Puglia i giovani salgono il monte Cornacchia con l’Azione cattolica e la Pro Loco di Castelluccio Valmaggiore; in Emilia Romagna, fanno un trekking al rifugio Fontana Moneta; in Lazio un’escursione sui monti Simbruini. Mete e quote ben diverse, ma la stessa tensione a elevare lo spirito “verso l’alto”, secondo il famoso motto autografato da Frassati sulla foto dell’ultima gita.

La Settimana nazionale dei «Sentieri Frassati», giunta alla sua terza edizione, si concluderà sabato 11 luglio a Sala Consilina con il Cai di Salerno, l’Ac campana e la sottosezione Frassati di Giovane montagna, con una Messa presieduta dal vescovo di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca.

 

 

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ZENIT Staff

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