Dopo il tripudio di ieri pomeriggio in piazza San Pietro, per l’udienza con papa Francesco, per il popolo di Rinnovamento nello Spirito Santo, la giornata odierna offre un flash back di un anno e un mese. È di nuovo Stadio Olimpico, per la Convocazione Nazionale – la 38° – tra bandiere, preghiere, canti, preghiere carismatiche e flash mob.
Se l’anno scorso l’oggetto simbolo erano stati i banner clap bianco-gialli (colori della Città del Vaticano, in omaggio al Santo Padre), oggi è la volta di migliaia di cuoricini rossi con su scritto in inglese: “Una buona notizia: Gesù ti ama”.
Conclusa l’accoglienza da parte dei principali leader di RnS – il coordinatore nazionale Mario Landi, il direttore Marcella Reni, il direttore editoriale Luciana Leone – il presidente nazionale Salvatore Martinez ha preso la parola rievocando l’esperienza di ieri in una piazza San Pietro per lungo tempo scaldata da un sole cocente: “Ieri sera lo Spirito Santo è stato fuoco per molte ore, venticello leggero per alcuni minuti, pioggia per un’ora… era lo Spirito Santo che non è un’allegoria del creato ma una persona, che il Papa ha definito l’unico indispensabile in mezzo a noi”.
Nel corso di una mattinata che ha visto, tra l’altro, le meditazioni di padre Ermes Ronchi e di José H. Prado Flores, fondatore della Scuola di Evangelizzazione Sant’Andrea, in Messico, Martinez ha poi introdotto il principale ospite: il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Nunzio Galantino, per il secondo anno di seguito, presente alla Convocazione Nazionale.
Dichiaratosi lieto di aver accettato l’invito alla Convocazione, Galantino ha sottolineato il “carattere ecclesiale” del movimento che si esprime in “gesti concreti” e nella “fraternità con i vescovi”.
Il segretario generale della Cei ha quindi esortato i membri del RnS a portare avanti il loro “cammino con la Chiesa”, rinnovando l’impegno alla “evangelizzazione e all’educazione alla vita buona del Vangelo”.
In quanto “corrente di grazia”, il RnS è chiamato ad una “testimonianza” di “riconoscenza e gioia”, ha aggiunto monsignor Galantino.
“I vescovi sono contenti – ha proseguito il presule – quando vedono una comunità che testimonia con gioia che il Vangelo è vero ed è possibile, senza mettersi in contrasto con nessuno, ma mettendosi accanto come Cristo, anche con chi ha difficoltà a capire il Vangelo. Questa testimonianza sarà tanto più evangelizzatrice, quando fatta con mitezza e rispetto, come ricorda San Pietro (cfr. 1Pt 1,1-2)”.
Sulla necessità di testimoniare il Vangelo con la carità e mai con arroganza, Galantino ha detto: “Quando sento espressioni poco rispettose nella bocca dei credenti, sento che a suggerirle non è lo Spirito Santo ma interessi personali. La ‘sindrome del padreterno’ – ha aggiunto – è una sindrome che ci allontana dal Vangelo”.
Nel RnS, il segretario generale della Cei ha incontrato “persone che amano la Chiesa” e che, come da statuto, “vivono la comunione ecclesiale come carisma”.
Non contano, secondo Galantino, soltanto i grandi incontri collettivi come quello odierno: insostituibile punto di partenza è “l’incontro quotidiano” che rende il mondo migliore “nell’attenzione all’altro e nella qualità delle relazioni vicendevoli. Incontrare la diversità dell’altro mi rende meno arrogante. Vivere l’unità nella molteplicità è un rimando a Dio stesso”.
La bellezza del “vivere insieme”, ha proseguito, è il punto di forza del RnS, pertanto i suoi membri “conservarlo e contagiare tutti”. Al tempo stesso, “siamo chiamati a costruire l’unità perché uno solo è lo Spirito che dà doni diversi e i miei doni non sono migliori dei vostri”, ha sottolineato Galantino.
Al termine del suo intervento, il segretario generale della Cei ha ricordato ai 30mila dell’Olimpico l’appuntamento del prossimo 3 ottobre a piazza San Pietro, per la veglia di preghiera alla vigilia del Sinodo dei Vescovi per la Famiglia. “Ciò che è negativo, si vince mettendo in campo la bellezza della famiglia”, ha poi concluso monsignor Galantino.