Sono dodici le persone arrestate dalle forze di sicurezza tunisine, sospettate di aver contribuito alla strage nella spiaggia di Sousse, che, venerdì scorso, ha provocato 38 morti. Ad annunciarlo, nella tarda serata di ieri, ai media del paese, il ministro tunisino per i Rapporti con il Parlamento, Lazhar Akremi, al termine di una riunione del partito Nidaa Tunes a Kairouan.
La notizia è stata poi confermata stamani dal ministro per i Rapporti con gli organi costituzionali e la società civile, Kamel Jendoubi, in conferenza stampa, a Tunisi. Il ministro – riporta la radio Shems Fm ripresa dal quotidiano Avvenire – ha riferito che tra i 12 arrestati, otto sono sospettati di “legami diretti” con l’attacco di Sousse. E tra questi figura anche il nome di una donna. “Quella contro il terrorismo sarà una lunga guerra che vinceremo”, ha poi assicurato.
Secondo altri media locali, le forze dell’ordine tunisine stanno dando la caccia ad altri due sospetti che sarebbero stati in Libia, probabilmente per addestrarsi alla “guerra santa contro gli infedeli”.