Anche “la Chiesa ha i suoi militi ignoti”. Li ha ricordati il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, celebrando martedì 30 giugno, con il Circolo San Pietro, la festa dei protomartiri romani, una festa della Chiesa universale, sentita in maniera particolare nell’Urbe.
“Non conosciamo il numero reale di quei martiri dei primi secoli, a partire dalle persecuzioni di Nerone, martirizzati proprio qui in Vaticano, nei giardini allora dell’imperatore”, ha spiegato il porporato nell’omelia della Messa presieduta alla grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, riportata da L’Osservatore Romano.
“I documenti del loro martirio sono noti agli studiosi: ne parla perfino lo storico romano pagano Tacito. E ne parla anche un Papa, il terzo dopo San Pietro, cioè Clemente”, ha aggiunto il decano del Collegio cardinalizio. Commentando la lettura tratta dalla prima lettera di san Paolo ai Romani, ha poi esortato i soci dell’antico sodalizio a essere sempre saldi nella speranza cristiana.
Questa virtù teologale — ha affermato — “ci rende solidi nella vita, fermi. I romani rappresentavano la speranza come un’ancora, che tiene ferma la nave nel porto anche se c’è la bufera o la tempesta, perché non le permette di agitarsi. Anche se si rompono le corde che la legano a terra, l’ancora trattiene la nave”.
Al termine della celebrazione – spiega ancora il quotidiano vaticano – è seguito il tradizionale pranzo offerto dal Circolo ai suoi assistiti. Accompagnati in Vaticano da quattro pullman, che hanno effettuato la raccolta a Santa Croce in Gerusalemme, a San Francesco a Ripa e al piazzale dell’ex mattatoio di Testaccio, gli ospiti sono stati accolti nel piazzale antistante la grotta di Lourdes. Allietato dalle note della banda musicale della Gendarmeria, il pranzo è stato servito dagli stessi soci e amici del circolo con i loro familiari.