La Laudato Si’ di papa Francesco evidenzia la necessità di un rispetto del creato, ma anche di quello umano. La sensibilità di papa Francesco nella stesura dell’Enciclica Laudato Si’, ribadisce il rifiuto della “cultura dello scarto”.
Nel Testo si sottolinea: “la cultura del relativismo è la stessa patologia che spinge una persona ad approfittare di un’altra come un unico oggetto, obbligandola a lavori forzati, o riducendola in schiavitù a causa di un debito. È la stessa logica che pone a sfruttare sessualmente i bambini, od ad abbandonare gli anziani che non servono ai propri interessi” (24 maggio 2015, n° 123).
Nel corso della nostra vita quotidiana ci sentiamo molto vicini all’Enciclica di Papa Francesco, il quale invita tutti ad essere umani ed uniti in quella “via” della vera solidarietà, impegnati dall’amore che il Signore ha dato a ciascuna delle Sue creature.
La Lettera legata alla tematica dell’ambiente è nella Fede Cristiana e nella comune responsabilità come esseri umani importanti per il futuro dell’umanità, dove tutti siamo chiamati a rispettare la terra e nel contempo Papa Francesco fa appello alla coscienza dei Governanti nella necessità del rispetto umano.
È un concetto molto caro a papa Francesco, il quale con coraggio e forza ha spiegato che, nella “cultura dello scarto”, le “persone anziane subiscono non l’indebolimento dell’organismo e la disabilità che può conseguire, ma l’abbandono, l’esclusione, la privazione di amore” (20 febbraio 2014, Messaggio alla Pontificia Accademia per la Vita).
Questo è stato, da tempo, il leitmotiv della associazione Cristiani per servire. Non entrando nel merito di scelte politiche o amministrative, raccogliamo l’appello di Papa Francesco, onde sperare in una più profonda attenzione verso il mondo della sofferenza, della disabilità, delle persone anziane, delle loro famiglie, anche dal prossimo Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia che avrà luogo in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2015.
L’allungamento della vita è una conseguenza del miglioramento delle condizioni socio-sanitarie e dello sviluppo delle tecniche terapeutiche, quindi resta sempre molto comprensibile la nostra crescente richiesta di Strutture Residenziali o Case di Riposo, per dare risposte funzionali e qualificate alle necessità della popolazione anziana, sempre in una crescente solitudine, ma trovando una grande ospitalità anche aggiungendo le qualità operate con le RSA.
Lo dico con ferma affermazione e con provata esperienza, dove sono da poco tempo e per sempre in una Struttura di oasi e di pace diretta dalle bravissime Suore Figlie di San Camillo, una Famiglia monastica, modesta, unita, e che ci dimostra come si “vive” con vera Fede Cattolica.
È una grossa e coraggiosa “sfida” quella che proponiamo nella nostra Petizione 2013, atta nella trasformazione delle Case di Riposo in Residenze Sanitarie Assistite, istituite per apportare una sicura assistenza socio sanitaria, necessità atte a garantire alle persone anziane un livello elevato di promozione umana.
Necessità di “strutture” che rispondono alle urgenze del territorio, pur se dotate di servizi al cittadino, ma comprendenti un posto di residenza agli anziani, non dimenticando l’apporto dei “Preti e delle Suore che operano nelle Case di Riposo” (Papa Francesco, 18 ottobre 2013, Casa Santa Marta).
La Lettera Enciclica di papa Francesco sulla Cura della Casa Comune si conclude con “Dio che ci chiama alla dedizione generosa e a dare tutto, ci offre le forze e la luce che abbiamo bisogno per andare avanti” e conclude: “A Lui sia lode!”. E così sia. E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!”.
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