L’enciclica Laudato si’ va letta “con gli occhi di un bambino”. Lo ha detto il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, presentando l’enciclica presso la sede dell’Unicef a New York.
Il futuro del pianeta, la sua vivibilità, i danni provocati dal surriscaldamento globale, secondo il porporato, sono tutti fattori che meglio si comprendono se visti con l’occhio delle giovani generazioni, che riceveranno in eredità un mondo gravato dagli errori dell’attività umana.
La Laudato si’, ha spiegato Turkson, non è un “documento astratto” ma “risuona della nostra esperienza umana vissuta”. Invece di favorire lo sviluppo integrale della persona, il sistema socio-economico in cui viviamo porta alla distruzione di specie animali e vegetali “che i nostri bambini non potranno mai vedere” ed alimenta una “cultura dello scarto” che favorisce lo sfruttamento sessuale dei bambini e l’abbandono degli anziani a se stessi.
Il danno, tuttavia, non è solo per le generazioni future ma anche per “una parte di noi stessi, perché siamo completamente collegati”.
L’enciclica, oltre a ispirare “un un radicale cambiamento delle menti e dei cuori”, richiede anche una sfida di “umiltà, sobrietà e sacrificio, affinché tutti possano condividere le sconfinate meraviglie e le benedizioni che Dio ha voluto per noi nella sua creazione”, ha poi concluso il porporato.