Peter Paul Rubens: Feast of Simon the Pharisee

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Banchetto del perdono

Ogni volta che incontra il Papà, l’uomo può gloriarsi delle proprie infermità che gli rivelano l’infinita Sua misericordia

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“Ogni vostra preoccupazione gettatela in me”.

Più che una esortazione, mi pare un comando. Anche per l’adulto allora non ci sono miserie, sofferenze, ansietà piccole o grandi, più o meno gravi, ma sono tutte preoccupazioni da “gettare in Dio-papà”, occasioni diventate preziose perché provocano l’incontro dell’uomo con Dio e donano a Dio la gioia di incontrarsi con l’uomo.

E’ l’altissima pedagogia di Dio chiedere, anzi comandare all’uomo di non perdere nessuna occasione per correre da Lui e  “donargli” immediatamente, sempre e comunque, ogni genere di preoccupazione.

Correndo spesso a Dio, l’uomo conosce sempre meglio quanto Dio lo ami e offre a Dio la preziosa occasione di farsi conoscere all’uomo; esercitare con frequenza la sua fantasia di innamorato che non può non amare.

Ecco perché l’uomo ogni volta che corre a Dio per domandare perdono può cantare “felice colpa” che gli dà la possibilità di incontrare e conoscere tanto amore; ecco perché ogni volta che incontra il Papà, l’uomo può gloriarsi delle proprie infermità che gli rivelano l’infinita Sua misericordia.

Tornando a casa può vantarsi delle proprie debolezze che lo fanno capace dell’onnipotenza; sedendosi di nuovo al gioioso banchetto del perdono, l’uomo può cogliere l’amore e la gioia del Padre, può perfino “gloriarsi” del fallimento dove sperimenta quel nulla che può possedere il tutto, quel vuoto abissale che può contenere Dio.

Il figlio s’accorge che, portando a casa i suoi stracci, porta al Padre se stesso: il tesoro.

Ciao da p. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.

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Andrea Panont

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