“O siete voi liberamente poveri e minori, o finirete spogliati”. San Francesco sarebbe soddisfatto nel sentire Francesco, il Papa, porre un tale rigido aut aut ai Frati dell’Ordine da lui fondato. Il Pontefice non risparmia infatti alcuna durezza nel suo discorso ai Frati minori, ricevuti stamane in udienza in occasione del Capitolo Generale, alla luce anche del recente scandalo che ha visto alcuni vertice dell’Ordine coinvolti in dubbie operazioni finanziarie.
Insieme al monito a “non perdersi in chiacchiere e discussioni” e non chiudersi in sé stessi in un “chiostro” fatto di abitudini e sicurezze, Bergoglio ha chiesto infatti ai Frati di conservare “lo stile di sobrietà e di spogliazione” che li ha sempre contraddistinti, mantenendo un “impegno deciso nella trasparenza, nell’uso etico e solidale dei beni”.
“Se, infatti, siete attaccati ai beni e alle ricchezze del mondo – ha raccomandato il Pontefice – e ponete lì la vostra sicurezza, sarà proprio il Signore a spogliarvi da questo spirito di mondanità al fine di preservare il prezioso patrimonio di minorità e di povertà a cui vi ha chiamato per mezzo di san Francesco”.
Parole forti, mosse dal discorso introduttivo del Ministro Generale, padre Michael Perry, nel quale egli stesso faceva riferimento al crack finanziario: “Talvolta – diceva Perry – capita che la nostra testimonianza di vita vacilli rendendoci poco credibili” e “che il nostro impegno alla minorità e alla povertà venga meno come purtroppo avvenuto in recente scelte gestionali discutibili”. “Chiediamo a Dio – concludeva – che questi eventi problematici e provocatori siano come la morte a cui segue la risurrezione”.
Al di là della ‘ramanzina’, ai francescani è giunto dal Pontefice anche un forte incoraggiamento ad andare avanti, rimanendo ancorati alle proprie radici e al proprio carisma che tanto bene ha fatto nei secoli alla Chiesa, e che ancora oggi può generare frutti. Inoltre “il popolo di Dio vi ama”, ha sottolineato a braccio il Santo Padre, e, a riprova di ciò, ha raccontato un curioso aneddoto: “Il cardinale Antonio Quarracino, (predecessore di Bergoglio nell’arcidiocesi di Buenos Aires) una volta mi ha detto più o meno queste parole: nelle nostre città ci sono i gruppi o persone un po’ mangiapreti e quando passa un sacerdote dicono: ‘Corvo’ o cose del genere… Li insultano un po’… Mai, mai, mai, mi diceva Quarracino, dicono queste cose a un abito francescano”.
Questo perché – ha spiegato il Papa – “voi avete ereditato una autorevolezza nel popolo di Dio con la minorità, con la fratellanza, con la mitezza, con la povertà”. “Per favore – è stata dunque la sua esortazione – conservatela, non perdetela, il popolo vi vuole bene, vi ama”.
Per farlo, ha proseguito il Santo Padre, è importante preservare “due elementi essenziali”, caratteristici dell’identità dell’Ordine: la “minorità” e la “fraternità”.
“Minorità” che non significa altro che “essere e sentirsi piccoli davanti a Dio, affidandosi totalmente alla sua infinita misericordia”. A quanti, infatti, non si riconoscono “minori”, cioè “piccoli, bisognosi e peccatori davanti a Dio”, la prospettiva della misericordia risulta “incomprensibile”. Invece, “quanto più siamo convinti di essere peccatori, tanto più siamo disposti ad essere salvati”.
Ma “minorità” significa anche “uscire da sé stessi”, “dai propri schemi e vedute personali”. Per i frati, in particolare, ha evidenziato Papa Francesco, “significa andare oltre le strutture – che pure sono utili se usate saggiamente –, andare oltre le abitudini e le sicurezze, per testimoniare concreta vicinanza ai poveri, ai bisognosi, agli emarginati, in un autentico atteggiamento di condivisione e di servizio”.
Proprio a questo tipo di testimonianza evangelica si lega “la dimensione della fraternità”, elemento essenziale della Chiesa delle origini, dove – ha rammentato il Pontefice – “i cristiani vivevano a tal punto la comunione fraterna da costituire un segno eloquente e attraente di unità e di carità. La gente – ha aggiunto – era stupita nel vedere i cristiani così uniti nell’amore, così disponibili nel dono e nel perdono vicendevole, così solidali nella misericordia, nella benevolenza, nell’aiuto reciproco, unanimi nel condividere le gioie, le sofferenze e le esperienze della vita”.
Questa fraternità, allora, non può venir meno nella famiglia religiosa francescana, che anzi è chiamata ad esprimerla in maniera ancora più “concreta”, mediante “un recupero di fiducia reciproca nelle relazioni interpersonali, affinché il mondo veda e creda, riconoscendo che l’amore di Cristo guarisce le ferite e rende una cosa sola”.
Tale vocazione/missione si potrà realizzare con frutto “se sarete sempre più una congregazione ‘in uscita’”, ha rimarcato il Papa, ricordando che, in fin dei conti, tutto ciò corrisponde al carisma dei Frati minori, come attestato anche nel “Sacrum Commercium”. Proprio in questa Operetta francescana che narra le origini dell’Ordine in forma di racconto, viene riportato che ai primi frati fu chiesto di mostrare quale fosse il loro chiostro. Per rispondere, essi salirono su un colle e «mostrando tutt’intorno la terra fin dove giungeva lo sguardo dissero: “Questo è il nostro chiostro”».
Ecco, ha detto Papa Francesco, “in questo chiostro, che è il mondo intero, andate ancora oggi spinti dall’amore di Cristo”, seguendo sempre l’esortazione di san Francesco nella Regola bollata a non litigare ed evitare “le dispute di parole”, non giudicando gli altri, ma anzi mostrandosi “miti, mansueti e umili”.
Esortazioni “di grande attualità”, ha osservato il Pontefice, in quanto oggi più che mai “è importante vivere un’esistenza cristiana e religiosa senza perdersi in dispute e chiacchiere, coltivando un dialogo sereno con tutti, con mitezza, mansuetudine e umiltà, con mezzi poveri, annunciando la pace e vivendo sobriamente, contenti di quanto ci è offerto”.
In ogni caso bisogna affidarsi allo Spirito Santo, “animatore della vita religiosa”, ha affermato Bergoglio, assicurando ai Frati che “la luce e la forza dello Spirito vi aiuteranno anche ad affrontare le sfide che sono davanti a voi, in particolare il calo numerico, l’invecchiamento e la diminuzione delle nuove vocazioni”.
Infine, ha concluso, “vi sia di incoraggiamento nel vostro cammino la stima della buona gente, come pure l’affetto e l’apprezzamento dei Pastori”, e soprattutto la materna protezione della Vergine Maria, venerata dai francescani come speciale Patrona con il titolo di Immacolata.