Daily meditation on the Gospel

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La gioia di … essere, amare, adorare

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 16,23-28

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Lettura

Le parole ai discepoli in questo discorso finale del capitolo 15 del Vangelo secondo Giovanni rivelano tutto il cuore di Gesù. Lui stesso afferma di sentirsi amato da questi deboli testardi suoi amici. E dichiara a loro ancora una volta che il Padre li ama. Nell’intreccio fra essere amanti e amati si snoda il senso pieno della gioia, che apre il cuore all’abbraccio della speranza.

Meditazione

«Perché la vostra gioia sia piena…»: in questa fractio gaudii si accende in noi un chiarore; può anche essere flebile, ma già illumina le nostre oscurità. Se anche ci sono momenti in cui la fiducia si attenua, la gioia della speranza ci aiuta a vivere la promessa di Cristo: «In quel giorno chiederete nel mio nome… il Padre stesso vi ama, perché voi avete amato me». Una speranza che genera l’abbraccio della gioia per lo sguardo di amore che il Signore posa su ciascuno di noi. La gioia e la felicità dell’uomo si giocano sul terreno del senso che ognuno dà alla vita. Tutti desideriamo essere nella gioia, tutti vogliamo conquistare la vetta della felicità e possedere in pienezza la vita. La felicità è possibile se l’uomo cerca con forza e ostinata salita di essere se stesso, di aprirsi agli altri e di lasciarsi attirare da Dio, coniugando nella sua vita creatività, amore e adorazione. L’uomo conosce la gioia o la felicità “spirituale” quando la sua anima si lascia intercettare da Dio, conosciuto e amato come il bene supremo e immutabile. La gioia sgorga spontanea in noi quando facciamo esperienza di essere vivi, quando attraversiamo il crocevia dell’amore, ricevuto e donato. Non c’è nulla di più anticristiano che la sfiducia, lo scoraggiamento e la tristezza. Per questo Gesù dice ai suoi discepoli: «Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena». Per vivere la gioia è necessario attingere luce, forza ed energia da Colui che ci trascende e ci accompagna, da Gesù Crocifisso Risorto per sempre Dio-con-noi. Ciò non significa dover compiere azioni notevoli o straordinarie; ma, diventati coscienti della nostra amicizia con Colui che ci ama alla follia, fare grandemente la più piccola delle cose. Perché è l’esperienza dell’essere amati e dell’amare che riempie il cuore di gioia piena. Amati dal Padre, noi fragili e deboli discepoli, possiamo amare Gesù e in Lui ogni uomo e ogni donna, accolti e riconosciuti come fratelli e sorelle in Lui. Ecco allora i tre verbi della gioia: essere, amare, adorare… perché la gioia viene d’altronde. È spirituale!

Preghiera

Signore mio Dio, tu conosci le sottili vibrazioni dell’anima mia, tu Artista di intimi palpiti… Attirami a te e di te infiamma il mio cuore, perché avvolto dal tuo paterno abbraccio la vita con gioia possa danzare, al ritmo dell’eterno tuo canto d’amore. Amen.

Agire

Oggi mi impegnerò a fare solennemente ogni piccola cosa per… essere, amare, adorare.

Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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