Amare da Dio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 15,12-17

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Lettura

Qual è il frutto che i tralci devono portare? Quali i comandamenti che i discepoli devono osservare per rimanere in Cristo, cioè per rispondere alla vocazione ad essere santi nel Santo? L’amore fraterno. Null’altro. La misura è Cristo Gesù: Egli ha donato la sua vita come supremo segno dell’amore. Elemento costitutivo dell’essere discepoli è l’amore del Padre che ci raggiunge in Cristo. E questo amore è appello, compito e risposta dei discepoli.

Meditazione

«Amatevi gli uni gli altri» non è la condizione per portare frutti, ma è il frutto. E in questo è glorificato il Padre. «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati» (Gv 15,12); «da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). L’amore fraterno rende identificabili i discepoli di Gesù e testimonia il loro rimanere in Cristo, senza il quale non possono fare nulla né portare frutto. È questa reciprocità di amore fino a dare la vita a caratterizzare la Chiesa. Non si deve però incatenare l’amore; esso esige l’universalità e fonda la missione: «Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16). Da teologico e cristologico, l’amore assume il volto ecclesiale e l’apertura missionaria. Non basta dunque ilvogliamoci bene, occorre andare fino a dare la vita. Altrimenti si uccide l’amore. Ilfrutto deve essere portato a tutti e condiviso con tutti. Solo così esso rimane, perché in questo frutto è Gesù stesso che agisce efficacemente in mezzo agli uomini. Non è anzitutto con la loro azione che i discepoli si scoprono missionari, ma rimanendo uniti a Cristo come i tralci alla vite, partecipando a tutti il loro frutto, cioè l’amore reciprococome Cristo li ha amati. «Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1Gv 3,16), perché «la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). L’amore fraterno è il distintivo dei discepoli, la gioia ne è una conseguenza! La gioia è il dono di Cristo ai discepoli che rimangono in Lui e nasce dalla consapevolezza della sua Presenza salvifica in mezzo ad essi. La gioia scaturisce dalla gratuità dell’amore di Dio ed è possibile unicamente nella reciprocità dell’amore… e il vostro frutto rimanga.

Preghiera

Signore Gesù, grazie per il tuo amore senza misura. Oggi sono davanti a te come una brocca screpolata. La mia bisaccia è vuota, i miei fiori scoloriti, solo il mio cuore è appassionato. Dammi di amare te e i fratelli attorno a me con il cuore di Dio, fino alla follia. Perché è l’unico modo che mi dai per essere e vivere d’amore. Amen.

Agire

Oggi voglio essere canto d’amore per il mio Signore e in Lui passione di gioia nel mio ambiente di vita e di lavoro.

Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

 

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ZENIT Staff

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