Ha destato grande preoccupazione il nuovo video diffuso dai jihadisti dello Stato Islamico che mostra la macabra esecuzione di 29 di cristiani etiopi in Libia. I patriarchi e i vescovi cattolici d'Egitto, raccolti al Cairo per la periodica Assemblea che li vede riuniti due volte l'anno, si sono detti sconvolti per questo nuovo filmato, confezionato ad hoc dai miliziani per essere diffuso online da al Furqan Media - il network 'ufficiale' dell'Isis - come strumento di propaganda. I presuli - riferisce Fides - hanno annunciato quindi che dedicheranno parte della loro comune riflessione pastorale alle nuove stragi di cristiani.

Nel video, della durata di circa mezz’ora, intitolato «Until there came to them clear evidence», si vedono due diversi gruppi di prigionieri - presentati come appartenenti alla "ostile Chiesa etiope" - uccisi tramite decapitazione o con colpi di pistola alla nuca in un luogo desertico e su una spiaggia libica, chiamata Wilayat Barqa.  

Durante lo scorrere delle immagini appaiono, oltre al logo dell'Isis, anche i soliti slogan contro la “nazione della croce” e fotogrammi di distruzioni di chiese, icone e tombe cristiane in Iraq. Viene poi rivolto un messaggio ai cristiani, in cui si chiede loro per di convertirsi all'islam e di pagare la “tassa di protezione”, pena la morte.

Al momento mancano verifiche e conferme indipendenti sull'identità delle vittime. Secondo fonti del governo e della Chiesa ortodossa d'Etiopia, è probabile che si tratti di poveri emigranti etiopi appartenenti alle moltitudini di uomini e donne che provano a raggiungere l'Europa attraversando la Libia, per imbarcarsi sui barconi gestiti dalla rete criminale degli scafisti.

A causa della vicenda, il patriarca della Chiesa ortodossa d'Etiopia Mathias I ha dovuto annullare il viaggio in Egitto per l'Assemblea dei vescovi e patriarchi. Come riferisce a Fides Antonios Aziz Mina, vescovo copto cattolico di Guizeh, il presule “aveva programmato di venire in Egitto e ripartire insieme al patriarca copto Tawadros II per partecipare a Erevan alle commemorazioni del Genocidio armeno. Adesso, all'ultimo momento ha dovuto annullare la visita, si è scusato e ha detto che rimarrà in Etiopia. Le storie di martirio del passato incrociano le storie dei martiri di oggi”. 

Gli fa eco il vescovo copto cattolico Anba Antonios che afferma: "Nel grande dolore continuiamo a guardare a queste vicende con lo sguardo della fede. La filiera dei martiri non è finita, e accompagnerà tutta la storia, fino alla fine. I cristiani non cercano il martirio, vogliono vivere nella pace e nella letizia. Ma se il martirio arriva, è un conforto vedere che può essere accettato con la stessa pace con cui lo hanno accettato i copti che pronunciavano il nome di Cristo e a Lui si affidavano mentre venivano sgozzati. La Chiesa non si è mai lamentata del martirio, ma ha sempre celebrato i martiri come coloro in cui, proprio mentre vengono uccisi, risplende la grande e consolante vittoria di Cristo”.