Come il Maestro

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 13,16-20

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Lettura

Siamo nell’atmosfera calda e pregnante dell’Ultima Cena: calda di Eucaristia e pregnante di intrighi, di tradimenti, di paure. Gesù mistagogo, dopo aver posto il gesto della lavanda che ha destato scalpore e stupore nei discepoli, sta spiegando il segno intessendo un collegamento tra l’oggi del Maestro e il domani dei discepoli. L’ombra del tradimento aleggia sulla piccola comunità riunita a celebrare la Pasqua, ma l’amore è più forte della morte.

Meditazione

Il Cenacolo ha pareti ampie tanto da abbracciare il mondo. C’è un posto anche per te nella sera dell’amore, una sedia, uno sgabello dove tornare spesso per lavare gli occhi dalla mediocrità e dalla volgarità. Mancare a lungo da questo luogo (che è una prospettiva) coincide con il lasciarsi strangolare dalle urgenze, perdendo di vista ciò che è essenziale. Anche Gesù stasera è pressato da tante e drammatiche urgenze, da paure, timori, angosce. Eppure sa sollevarsi e aprire una parentesi d’amore. Non c’è sera di battaglie, di sconfitte o di morte dove ciò non sia possibile. Mi sembra che il compito dei genitori e degli educatori sia questo: aprire oasi di comunicazione nel deserto della vita, parentesi di pace nel pieno di una battaglia, come nell’episodio di “Erminia tra i pastori” di Torquato Tasso. Qui, nel silenzio della stanza alta, riascoltiamo la voce accorata di Gesù: «Un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato più grande di chi lo ha mandato». È la consegna di una “misura” che deve strutturarci, sfrondare velleità di false grandezze, porci nella dolce memoria dell’imitazione. Perché ti meravigli delle opposizioni che vivi in casa, in parrocchia, sul lavoro? «Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». Perché cerchi misure di grandezza umane quando il tuo maestro si è chinato sui piedi sporchi dei discepoli nel gesto del servo? «Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica». La beatitudine del discepolo è vedere, col passare del tempo, sul proprio volto i tratti del Maestro come ci accade, invecchiando, di vedere nello specchio, una mattina, i tratti dei nostri genitori.

Preghiera

Donami, Signore, la perseveranza di guardarti per assumere in me i tuoi tratti di servo.

Agire

Mi rendo oggi più pronto al servizio e al dono gratuito.

Meditazione a cura di mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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