Una preghiera ecumenica a San Nicola, nella Basilica di Bari a lui dedicata, affinché “si ponga termine alla sofferenza dei cristiani in Medio Oriente” e perché “accompagni con la Sua celeste protezione anche i lavori del Concilio Pan-Ortodosso”, in programma nel 2016 in quella Turchia dove egli fu vescovo tra il III e il IV secolo dopo Cristo. Si è aperto così l’intervento del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, al Colloquio Internazionale di Bari, dal titolo “Cristiani in Medio Oriente: quale futuro?”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dall’arcidiocesi di Bari–Bitonto.
Il discorso del porporato – riportato integralmente da L’Osservatore Romano – è partito dal sottolineare un dato curioso, ovvero il luogo in cui si svolge l’evento: Bari, “una città collocata sul suolo italiano, che però esprime una secolare vocazione a ‘guardare verso l’Oriente’”. “Le vie dell’incontro tra popoli e culture diverse, anche grazie al commercio tipico di una città marittima, hanno educato le generazioni a non sentire l’altro come un ‘diverso’ – ha ricordato Sandri – e hanno consentito di sperimentare lungo i secoli un ‘Oriente’ che costitutivamente, al di là dei diversi equilibri dei poteri che si sono succeduti nei governi regionali, era però di fatto composto insieme da comunità cristiane, islamiche ed ebraiche”. Esattamente “la dimensione di convivenza che oggi vediamo non solo messa in pericolo”, ha evidenziato il cardinale, e di cui sembra già in atto “un vero e proprio smantellamento”.
Rivolgendosi ai fedeli cattolici, ortodossi ed ortodossi orientali presenti al Colloquio il prefetto delle Chiese orientali ha chiesto dunque di rinnovare “l’impegno nel cammino verso l’unità”. Ha poi rammentato “le dichiarazioni cristologiche comuni firmate negli scorsi decenni dai Pontefici e Vescovi di Roma con i Patriarchi predecessori di alcuni tra voi”. Queste, “insieme al martirio dei giorni nostri che tocca cristiani di ogni confessione”, ci impegnano oggi “ad intensificare ogni sforzo per giungere al momento in cui potrà risplendere il compimento della preghiera di Gesù nell’Ultima Cena “Ut unum sint – Che siano una cosa sola”.
Il cardinale non ha mancato di esprimere la propria gratitudine a Papa Francesco, “che instancabilmente, con l’ardore di Giovanni Battista, si fa voce che grida nel deserto per diffondere quella dei cristiani in Medio Oriente e per i dire ai moderni Erode che li insidiano ‘Non ti è lecito!’”. E una parola l’ha poi rivolta alla comunità internazionale ormai “rassegnata all’indifferenza e all’inazione” per le tragedie che da anni si consumano in Siria e in Iraq. “Rattrista – ha osservato ancora il porporato – l’incapacità in Libano di esponenti pure cristiani che non sono stati capaci di trovare il consenso sul nuovo presidente, per una linea dettata più che dalla propria coscienza, dalle pesanti influenze di forze che si contendono il primato nel controllo dell’area”.
Certo, ha aggiunto, “se una soluzione non si è ancora trovata è certo perché i problemi sono molteplici e complessi, e vanno anche a toccare i rapporti interni alle diverse componenti dei fedeli musulmani e tra loro con le altre presenze religiose nella regione, tra le quali i cristiani”. Tuttavia è lecito anche pensare “che sono gli interessi e gli equilibri di potere e di ricchezza che sono ancora anteposti alla sopravvivenza ormai più che al benessere delle popolazioni”
Come Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, Sandri ha lanciato dunque “un appello perché in tutte le comunità del mondo si esprima un generoso sostegno alla presenza dei nostri fratelli in Terra Santa”. Ha invocato quindi una stabilità per il Medio Oriente circa l’annosa questione israeliana e palestinese, chiedendo “che ai cristiani sia consentito vivere abbastanza pacificamente in entrambi quei territori”.
A tutti i pastori cristiani del Medio Oriente ha infine ricordato che è loro compito “aiutare i propri fedeli a crescere in questa consapevolezza, versando sulle ferite magari del recente passato, abbondante l’olio della consolazione, del perdono e della misericordia”. Se non ci si muoverà in questa direzione – ha ammonito – “non dubitiamo che le sacche di ‘potere impazzito quale è l’ISIS, si moltiplicheranno, anche perché sostenuti con armi e risorse dai diversi schieramenti di interesse”.
L’ultimo pensiero è andato infine all’Occidente che “sembra aver smarrito nel corso dei secoli la capacità di pensarsi anche entro un sano riferimento religioso, e ha sempre più spesso preferito un modello di laicità esasperata se non addirittura una vera e propria ‘eclissi di Dio'”. Il cardinale ha perciò messo in guardia che “le distruzioni e gli orrori dell’odierno Medio Oriente – che taluni vogliono attribuire esclusivamente al fattore religioso – non siano una scusa per confermare questa visione parziale ed erronea, ma uno stimolo a ripensare la coesistenza e la collaborazione delle diverse componenti della società per la promozione integrale dell’uomo”.