Missio Giovani: 43 anni di chiesa alle periferie

Padre Giuseppe Buono rievoca la nascita e i frutti del Movimento di cui fu fondatore

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Il 25 aprile 2015, il Movimento Giovanile delle Pontificie Opere Missionarie – oggi Missio Giovani – ha compiuto 43 anni di vita e di attività missionaria. Il Progetto Missione, documento ufficiale sulle Pontificie Opere  Missionarie e attività connesse, firmato dalla CEI,  ricorda che “il 25 aprile 1972, per iniziativa del P. Giuseppe Buono, del PIME, nasceva il Movimento Giovanile delle Pontificie Opere Missionarie”. Per l’occasione, ZENIT ha intervistato il suo fondatore.

Padre Buono quali furono i motivi che ispirarono la fondazione di un Movimento Giovanile Missionario?

Dopo la crisi dei gruppi e delle associazioni missionarie scoppiata al Convegno Nazionale Missionario di Assisi del luglio 1968, che portò alla loro quasi scomparsa, tra la fine del 1969  e l’inizio del 1970 cominciai a visitare, con la collaborazione dei primi giovani impegnati che invitai a impegnarsi con me, gruppi  giovanili che resistevano nell’impegno missionario facendo riferimento agli Uffici Missionari Diocesani, agli Istituti Missionari o erano comunque legati a qualche missionario. Gli incontri si fecero frequenti, intessuti di preghiera e di testimonianze dalle missioni, soprattutto nelle regioni dell’Italia meridionale, in Sicilia e in Sardegna. Man mano, coinvolgendo i Vescovi e i Direttori degli Uffici Missionari Diocesani, si riuscì a far sentire la necessità di un organismo che collegasse i vari gruppi giovanili dando loro una formazione missionaria, spirituale e teologica nella dimensione della universalità della missione.

Quali furono i rapporti con la Direzione Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie e le affermazioni dei Papi nei riguardi del Movimento Giovanile Missionario?

Mons. Federico Federici, direttore Nazionale POM, durante il Consiglio Nazionale delle medesime, tenutosi a Roma il 1 e 2 giugno 1973, dichiarò il Movimento espressione giovanile del lavoro delle Pontificie Opere Missionarie”.  Nel Consiglio Nazionale delle POM del 9-10 giugno 1977 venne approvato lo Statuto del Movimento chiamato Dichiarazione del Movimento Giovanile Missionario. Il beatoPaolo VI nell’ultima Udienza Generale del suo pontificato, nella residenza di Castel Gandolfo, nell’agosto 1978, salutò così i giovani del Movimento presenti al convegno: “Con effusione di sentimento diamo il nostro benvenuto ai duecento giovani del Movimento Giovanile Missionario, dei quali conosciamo il generoso impegno nell’animazione missionaria delle loro Chiese particolari. Su tutti scenda, propiziatrice di copiosi favori celesti, la nostra apostolica benedizione”.

La sera del 23 agosto 1979, ancora a Castel Gandolfo, San Giovanni Paolo II ricevette e restò per circa un’ora  con gli Assistenti e i giovani del Movimento, che io gli presentai sottolineando lo spirito missionario universale che lo animava. Il Papa parlò a lungo e trasmise una passione missionaria carica di amore a Cristo a alla sua Madre Maria. Ci congedò così: “Il Papa apprezza molto il vostro impegno, incoraggia il vostro nobile lavoro e vi esorta a perseverare in esso, sempre consapevoli di fare cosa gradita al Signore, proficua alla Chiesa e tanto necessaria al mondo intero…”. Durante il suo pontificato, ha incontrato diverse volte i responsabili e i giovani del Movimento.

Il Movimento Giovanile Missionario compie quarantatre anni di vita; il nome è cambiato, ora si chiama Missio Giovani, ma la passione per la missione universale della Chiesa è la stessa, una missione sempre giovane, vissuta nel cuore di Maria, Stella dell’Evangelizzazione. Ed è bello ricordare che l’ispirazione per la nascita del Movimento Giovanile Missionario nacque a Pompei, ai piedi della Beata Vergine del Rosario.

Quasi sono stati i frutti più belli generati dal Movimento Giovanile Missionario?

Questi frutti, questi risultati io li chiamo il tabernacolo del Movimento Giovanile Missionario. Sono le vocazioni alla vita consacrata in clausura per vivere la missione come contemplazione; sono le ragazze e i giovani che si sono offerti al Signore per realizzare la missione ad gentes da consacrati o da laici volontari; sono mamme e papà e nonni che cercano di testimoniare il carisma missionario del Movimento Giovanile trasmettendolo alle giovani generazioni. Mi sia permesso di ricordare quattro ragazze del Movimento: suor Giovanna Paola, suor Maria Letizia, suor Veronica, suor Angela che realizzano il carisma del Movimento Giovanile Missionario nel Protomonastero di Santa Chiara ad Assisi e in quello di Valsugana; una anima la missione come clarissa apostolica; un’altra, che fu responsabile del Movimento in Puglia, lavora da dieci anni nella Repubblica Democratica del Congo, consacrata tra le Oblate OMI; un’altra, da volontaria laica, lavora da cinque anni in Cameroun, e non sa come ringraziare il Signore per la gioia che le scoppia nel cuore; una è tra le Suore Missionarie  dell’Immacolata da anni in Brasile, un’altra sta facendo il noviziato tra le stesse suore; un’altra, laica, – fisico nucleare e fisico medico – compie miracoli di pazienza e di scienza trattando con la medicina nucleare gli operati di tumore al cervello nell’ospedale cittadino di Benevento; un’altra ancora si perde nell’amore per i malati di tumore nell’ospedale cittadino di Matera. E ancora: un “antico” ragazzo del Movimento è missionario del PIME, prima in Cambogia e ora padre spirituale nel seminario teologico di Monza; un altro è stato superiore provinciale dei saveriani; diversi, di cui ho perso le tracce, sono sacerdoti diocesani molto impegnati nell’animazione missionaria. Per concludere, poi, quattro “antichi” Assistenti del Movimento sono vescovi: uno, mons. Luigi Bommarito, arcivescovo emerito di Catania, che infiammò di passione missionaria i giovani della Sicilia come Assistente Regionale del Movimento; poi viene mons. Todisco, arcivescovo emerito di Brindisi, che ha dato un’anima missionaria vigorosa alla diocesi; l’altro è l’arcivescovo della diocesi di Amalfi-Cava, già Assistente Regionale per la Campania, mons. Orazio Soricelli e infine  l’arcivescovo di Pescara mons. Tommaso Valentinetti, che fu Assistente per l’Abruzzo-Molise.

Questo è il tabernacolo del Movimento Giovanile Missionario, Missio Giovani. Ma chiaramente dentro vi sono tutti gli altri, che spendono con la gioia del Vangelo la loro vita in famiglia, nel lavoro, nello studio, nell’impegno ecclesiale.

Dopo quarantatre anni di vita e di opere, oggi il Movimento è più che mai movimento e giovanile. È grazie a ZENIT, se ora viene conosciuto da altri, da tanti. Per concludere mi sia concesso di salutare tutti quelli che, dal primo momento fino ad oggi, sono parte viva del Movimento Giovanile Missionario – Missio Giovani. Ma la conclusione più bella e vera è che il Movimento Giovanile Missionario conta tra i suoi membri anche un martire per la fede: P. Salvatore Carzedda, di Nuoro, del PIME, che guidò il primo Convegno Nazionale del Movimento Giovanile Missionario a Catania e, nel maggio 1990, venne ucciso per la fede e il dialogo interreligiosa a Zamboanga City, capitale delle Mimdanao, nel sud delle Filippine. Mi sia permesso anche gridare un grande augurio missionario a tutti i ragazzi di ieri e di oggi che nel Movimento Giovanile Missionario/Missio Giovani hanno compiuto e continuano a compiere miracolo di impegno missionario. Con la gioia del Vangelo e la dolcezza della Madre Maria.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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