Ogni volta che si parla di fatti di sangue, o si leggono episodi che trasudano ingiustizia o si avvertono situazioni che lasciano trapelare loschi interessi o comportamenti assurdi, si sente dire: “su questo è stata aperta un’inchiesta”.
Non riesco a immaginare quante inchieste siano o possano essere state aperte e quale e quanta verità ne possa emergere… Comunque aprire un inchiesta su qualcosa di poco chiaro, è sempre segno positivo; in quanto dimostra il desiderio di fare chiarezza, di difendere da ipotetici aggressori i diritti eventualmente lesi o di voler comunque capire.
Ma a me pare che se c’è qualcuno maggiormente sotto inchiesta, o più frequentemente indagato, questo è proprio Dio.
Se appena, appena penso, non dico alle “maledizioni” a cui è fatto segno ad ogni disgrazia personale o familiare, ma anche soltanto alle parole, alle recriminazioni o agli eterni lamenti espressi nel profondo del cuore o perfino nel formulare preghiere… a mio avviso il più colpevolizzato e tirato in ballo nelle più strane e molteplici forme di inchiesta…è proprio Lui.
Ciò che offende o fa soffrire maggiormente il grande Imputato non è rendersi conto che il suo comportamento è visto spesso come contrario al nostro buon senso… ma è il constatare la poca o nessuna fiducia dell’uomo nei confronti della sua infinita e misericordiosa giustizia.
Un giorno ci spalancherà tutta la verità invano perseguita dall’inchiesta aperta dagli uomini contro di Lui; ci spiegherà tutto, anche se un tentativo l’ha già fatto clamorosamente sul calvario con l’assurda morte dell’Innamorato a favore dei suoi assassini.
“Risulterò chiaramente colpevole; ma, credetemi, l’amore d’un Dio non è comprensibile, né condivisibile dalla ragione umana.”
Ciao da p. Andrea
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