Segni di Bellezza giunge alla quarta e penultima serata della stagione musicale iniziata a gennaio. Con il concerto del 25 aprile l’iniziativa continuerà il suo cammino, nell’intento di offrire spunti per conoscere Dio e la sua Bellezza.
Dopo gli appuntamenti dedicati all’Epifania, alla Quaresima e alla Settimana Santa, eccoci giunti alla quarta serata che propone il tema sulla “Vita di Santità”. Scoprire Dio e la sua Bellezza attraverso l’arte e la musica, cogliendo ed evidenziando l’ispirazione divina che ha guidato artisti e musicisti a comporre opere di straordinaria raffinatezza: questo lo scopo degli incontri.
Il 25 aprile, alle 21, nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano, la serata si aprirà come di consueto con una breve spiegazione di un’opera d’arte presente in Basilica; a seguire il concerto con musiche di Mozart e la Sinfonia Pastorale di Beethoven.
A iniziare l’incontro sarà il prof. Luciano Formica, docente di Progettazione Arti Applicate all’Accademia delle Belle Arti di Brera, che spiegherà l’Arca di San Pietro Martire, che conosce perfettamente, avendone curato il restauro alla fine degli anni ’90.
Il monumento, che si trova al centro della Cappella Portinari, attigua alla Basilica, fu eseguito tra il 1336 e il 1339. Opera di scultura gotica realizzata da Giovanni di Balduccio in marmo di Carrara, fu commissionata dai domenicani, l’ordine sacerdotale cui San Pietro apparteneva e che all’epoca custodivano il convento di Porta Ticinese, per conservarne le spoglie.
Assassinato nel 1252, si dice che fece appena in tempo a scrivere la parola “Credo” nella polvere e subito spirò. Santificato nel 1253 per il martirio subìto, fu eletto protettore dei sofferenti di emicrania, a causa del colpo mortale ricevuto proprio sul capo. Il sarcofago, di rara bellezza, è rappresentativo della spiritualità domenicana; esso è retto da otto pilastri quadrangolari in marmo rosso, affiancati da altrettante figure femminili che rappresentano le virtù cardinali e teologali.
Ai lati del sepolcro vi sono otto bassorilievi con la storia della vita di Pietro da Verona, intervallati da figure di santi e apostoli. Altre otto statue di dimensioni minori si elevano dal coperchio, coronato da un tabernacolo con la Madonna in trono.
Dopo la breve esposizione, avrà luogo il concerto diretto dal maestro e direttore artistico della stagione Michele Brescia, che dirige l’orchestra sinfonica Carlo Coccia. Per il tema della serata il maestro Brescia si è ispirato al Pianoconcerto K 467 di W. A. Mozart e alla Sinfonia Pastorale di L. van Beethoven. Interprete d’eccezione sarà Cristiano Burato, che al pianoforte ha dedicato la sua vita.
Ascoltando l’introduzione del famoso adagio del 467, il direttore Brescia ha immaginato sia lo schiudersi dei cieli sopra il capo dei martiri e dei santi, come per accoglierli nella luce piena, sia la scintilla divina che ha mosso la mano del compositore Mozart, nell’intento di afferrare tale sublime “bagliore”.
Luce abbagliante, ma non irraggiungibile perché la vita dei santi è la vita degli uomini: tutti gli uomini, infatti, sono chiamati alla santità. Seguiranno i cinque quadri in cui si snoda la sinfonia “Pastorale” di Beethoven, fortemente legata alla natura.
A quest’ultima è unito indissolubilmente l’uomo terreno, che talvolta ne resta sottomesso, nonostante gli sforzi per riuscire a dominarla. Attraverso i quadri musicali si possono ripercorrere simbolicamente le tappe della vita dell’uomo, ritrovandosi alla fine del quinto, con la Risurrezione e provando sentimenti di gioia e di gratitudine dopo la tempesta.
Comtemplata aliis tradere, è la definizione di San Tommaso d’Aquino, che apparteneva all’ordine dei domenicani, e che ben si concilia con lo scopo di queste serate. “Si tratta di una contemplazione che quasi naturalmente, per una sorta di necessità intima, diviene predicazione di ciò che si è conosciuto”, dice don Giorgio Riva, parroco di Sant’Eustorgio, che il giorno dopo, domenica 26 aprile, alle 11, celebrerà la Messa dedicata a San Pietro Martire.