Il pane di vita eterna

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 6,35-40

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Lettura

Una condizione minima per essere ammessi alla Messa di Prima Comunione, come ogni buon catechista sa, è saper distinguere il pane di casa dal Pane Eucaristico. Gesù insiste sulla differenza tra il pane che hanno mangiato i padri nel deserto e il Pane del Cielo.

Meditazione

I padri mangiarono la manna nel deserto per quarant’anni e morirono, il Pane che offre Gesù è farmaco d’immortalità. Innanzitutto sazia la fame e la sete in modo perenne; già alla Samaritana Gesù aveva detto «Chi beve di quest’acqua avrà ancora sete, ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete in eterno». Ci sono bisogni, anche sul piano religioso, che vengono soddisfatti in maniera episodica e provvisoria, ed altri che ricevono risposta in maniera esaustiva e definitiva. La religiosità popolare non evangelizzata è un pane che sazia un bisogno immediato, ma solo in maniera puntuale, provvisoria, non penetra nel cuore a saziare la fame di Dio che ciascuno si porta dentro. La volontà del Padre, dice Gesù, consiste nel non perdere nessun uomo immettendo in ciascuno il germe dell’immortalità. La frequentazione eucaristica ci pone nella certezza della risurrezione perché cibarsi di Dio coincide col veder crescere Lui in noi e noi in Lui in una gittata che supera il breve tempo della vita. L’Eucaristia è celebrata nel tempo da uomini e donne destinati alla morte, ma è pista di decollo per l’eternità: coloro che ne mangiano partecipano della vita stessa di Dio che è eterna. Ricordare i nostri cari defunti che in vita celebravano l’Eucaristia è un motivo di grande speranza: non può essere andato perduto il germe divino che essi con fede hanno ricevuto tante volte.

Preghiera

Ti ringrazio, Signore Gesù, della speranza che celebriamo in ogni Eucaristia annunciando la tua morte, proclamando la tua Risurrezione, attendendo la tua venuta e la nostra vittoria sulla morte.

Agire

Farò un pellegrinaggio alla tomba di una persona cara credendo che la morte non sia l’ultima parola.

Meditazione a cura di mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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