"Vedere, ricordare e raccontare"

Parole di papa Francesco durante il Regina Cæli di domenica 19 aprile 2015

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Riportiamo di seguito le parole rivolte da papa Francesco ai fedeli in piazza San Pietro durante l’odierna recita della preghiera del Regina Cæli.

Dopo la preghiera mariana il Papa ha lanciato un nuovo ancorato appello alla comunità internazionale per porre fine alle assurde tragedie del mare nel Canale di Sicilia, dove questa notte è affondato un barcone di migranti. Si temono 700 vittime. Le persone tratte in salvo finora sono 28.

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nelle Letture bibliche della liturgia di oggi risuona per due volte la parola “testimoni”. La prima volta è sulle labbra di Pietro: egli, dopo la guarigione del paralitico presso la porta del tempio di Gerusalemme, esclama: «Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni» (At 3,15). La seconda volta è sulle labbra di Gesù risorto: Egli, la sera di Pasqua, apre la mente dei discepoli al mistero della sua morte e risurrezione e dice loro: «Di questo voi siete testimoni» (Lc 24,48). Gli Apostoli, che videro con i propri occhi il Cristo risorto, non potevano tacere la loro straordinaria esperienza. Egli si era mostrato ad essi affinché la verità della sua risurrezione giungesse a tutti mediante la loro testimonianza. E la Chiesa ha il compito di prolungare nel tempo questa missione; ogni battezzato è chiamato a testimoniare, con le parole e con la vita, che Gesù è risorto, che Gesù è vivo e presente in mezzo a noi. Tutti noi siamo chiamati a dare testimonianza che Gesù è vivo.

Possiamo domandarci: ma chi è il testimone? Il testimone è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione. Il testimone è uno che ha visto, con occhio oggettivo, ha visto una realtà, ma non con occhio indifferente; ha visto e si è lasciato coinvolgere dall’evento. Per questo ricorda, non solo perché sa ricostruire in modo preciso i fatti accaduti, ma anche perché quei fatti gli hanno parlato e lui ne ha colto il senso profondo. Allora il testimone racconta, non in maniera fredda e distaccata, ma come uno che si è lasciato mettere in questione, e da quel giorno ha cambiato vita. Il testimone è uno che ha cambiato vita.

Il contenuto della testimonianza cristiana non è una teoria, non è un’ideologia o un complesso sistema di precetti e divieti oppure un moralismo, ma è un messaggio di salvezza, un evento concreto, anzi una Persona: è Cristo risorto, vivente e unico Salvatore di tutti. Egli può essere testimoniato da quanti hanno fatto esperienza personale di Lui, nella preghiera e nella Chiesa, attraverso un cammino che ha il suo fondamento nel Battesimo, il suo nutrimento nell’Eucaristia, il suo sigillo nella Confermazione, la sua continua conversione nella Penitenza. Grazie a questo cammino, sempre guidato dalla Parola di Dio, ogni cristiano può diventare testimone di Gesù risorto. E la sua testimonianza è tanto più credibile quanto più traspare da un modo di vivere evangelico, gioioso, coraggioso, mite, pacifico, misericordioso. Se invece il cristiano si lascia prendere dalle comodità, dalla vanità, dall’egoismo, se diventa sordo e cieco alla domanda di “risurrezione” di tanti fratelli, come potrà comunicare Gesù vivo, come potrà comunicare la potenza liberatrice di Gesù vivo e la sua tenerezza infinita?

Maria nostra Madre ci sostenga con la sua intercessione, affinché possiamo diventare, con i nostri limiti, ma con la grazia della fede, testimoni del Signore risorto, portando alle persone che incontriamo i doni pasquali della gioia e della pace.

[Dopo il Regina Coeli:]

Cari fratelli e sorelle,

stanno giungendo in queste ore notizie relative ad una nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo. Un barcone carico di migranti si è capovolto la scorsa notte a circa 60 miglia dalla costa libica e si teme vi siano centinaia di vittime. Esprimo il mio più sentito dolore di fronte a una tale tragedia ed assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il mio ricordo e la mia preghiera. Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre; cercano una vita migliore. Cercavano la felicità… Vi invito a pregare in silenzio, prima, e poi tutti insieme per questi fratelli e sorelle.

Ave Maria…

Rivolgo un cordiale saluto a tutti voi, venuti dall’Italia e da tante parti del mondo: ai pellegrini della Diocesi de Santo André, in Brasile; a quelli di Berlino, Monaco e Colonia; agli studenti di Grafton (Australia), e di Sant Feliu de Llobregat (Spagna). Saluto i polacchi della diocesi di Rzeszów e sono vicino ai partecipanti alla “Marcia per la santità della vita” che si svolge a Varsavia, incoraggiando a difendere e promuovere sempre la vita umana.

Saluto l’Azione Cattolica di Formia; i fedeli di Milano, Lodi, Limbiate e Torre Boldone (Bergamo); i ragazzi di Torino, Senigallia, Almenno San Salvatore, Villafontana e Gràssina; i giovani di Noventa Vicentina e Catania; il Coro di Trecate e i soci del Lions Club.

Un saluto speciale al gruppo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in occasione dell’odierna Giornata Nazionale di sostegno a questo grande Ateneo. È importante che esso possa continuare a formare i giovani ad una cultura che coniughi fede e scienza, etica e professionalità.

Oggi inizia a Torino la solenne ostensione della sacra Sindone. Anch’io, a Dio piacendo, mi recherò a venerarla il prossimo 21 giugno. Auspico che questo atto di venerazione ci aiuti tutti a trovare in Gesù Cristo il Volto misericordioso di Dio, e a riconoscerlo nei volti dei fratelli, specialmente i più sofferenti.

Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Auguro a tutti una buona domenica e un buon pranzo.

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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ZENIT Staff

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